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Bruxelles: no ad Authority UE sui porti

BRUXELLES – Anche la politica portuale europea sembra annodarsi in linee estremamente contrastanti e contestate. Lasciare margini agli Stati membri per rispondere alle esigenze dei propri porti e “no ad una nuova autorità europea che creerebbe solo nuova burocrazia”.
[hidepost]Sono questi alcuni dei punti cardine del parere adottato dal Comitato delle Regioni sulla proposta di regolamento per un quadro di accesso al mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria proposto dalla Commissione.
“Ora i modelli gestionali sono estremamente differenziati e regole rigide rischiano di penalizzare o favorire situazioni locali, ostacolando una competizione equilibrata tra gli scali europei e il recupero di efficienza necessario”, ha spiegato il relatore del parere, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, vicepresidente del Bureau del Comitato delle Regioni.
Tra gli aspetti più delicati affrontati nel parere c’è l’urgenza di chiarire la normativa sugli aiuti di stato per le infrastrutture, creando un contesto più favorevole per gli investimenti. Regioni e città sono inoltre preoccupate dai rischi di appesantimento degli adempimenti burocratici legati alla creazione di una nuova autorità europea per i porti, proposta dalla Commissione.
“Il parere – spiega Cosimi – prova a definire il giusto equilibrio tra la necessità di rispettare le esperienze locali e quella di garantire, al contempo, un’adeguata omogeneità normativa per il settore portuale”.
Da escludere dal campo di applicazione delle nuove regole, ha spiegato Cosimi, tutte le attività che si configurano come servizi pubblici, servizi tecnico nautici (ormeggio, pilotaggio, dragaggio) e tutte le operazioni di servizio che, a nostro avviso, devono essere governate dagli organismi nazionali competenti in un rapporto di collaborazione con gli enti locali.”Dobbiamo evitare in ogni modo una ulteriore burocratizzazione del settore usando meglio ciò che già esiste. Non serve dunque una nuova autorità europea”. Ma il confronto sui servizi tecnico-nautici sembra ancora all’inizio del suo iter. E non sarà facile trovare una sintesi accolta da tutti gli stati membri.

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Pubblicato il
4 Dicembre 2013

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