Dalmare (D’Alesio) cede Montecristo e Giannutri
Verranno consegnate ad armatori stranieri del comparto – L’avventura del 2011 in mano ai pirati somali davanti al corno d’Africa
LIVORNO – La notizia l’ha anticipata, come spesso accade, il notiziario sul web Ship2Shore: l’armamento D’Alesio ha venduto le due rinfusiere da 56 mila tonnellate che aveva acquistato all’inizio del 2010 direttamente dal cantiere coreano in cui ha fatto costruire tutte le sue ultime cisterne. L’ordine era stato di tre rinfusiere, in cambio dell’annullamento dell’ordine di due grandi cisterne quando i noli di queste ultime erano crollati per l’avvio della crisi internazionale: una delle quali, la prima, era stata già venduta prima ancora della consegna. Adesso è stata la volta di “Giannutri” e “Montecristo”, che da tempo stentavano a dare un reddito compatibile all’armamento livornese, già stressato dalla universale politica di dilazione dei pagamenti.
[hidepost]“Giannutri” e “Montecristo”, conferma un portavoce della compagnia armatoriale, saranno consegnate entro questo mese o ai primi di febbraio ai nuovi acquirenti, compagnie estere che operano proprio nel settore specifico; e che hanno fatto offerte giudicate dagli stessi D’Alesio “interessanti”. E’ probabile che gli equipaggi delle due navi italiane siano riprotetti sul resto della flotta, secondo una norma etica alla quale la compagnia livornese non ha mai derogato.
In particolare la “Montecristo” ha una storia che ha avuto gli onori delle cronache internazionali, quando fu abbordata dai pirati somali il 10 ottobre 2011 al largo del corno d’Africa. Saliti a bordo dopo alcune raffiche intimidatorie di armi portatili, i pirati non riuscirono però a catturare l’equipaggio che si era chiuso nella “cittadella” blindata sopra l’agghiaccio del timone, e da qui era riuscito a impedire il dirottamento della motonave. La liberazione avvenne a tempo di record grazie a un commando inglese e i pirati, tradotti poi nelle carceri italiane, furono condannati a pene variabili tra i 19 e i 15 anni (poi ridotti in appello sulla base di una discutibile “derubricazione” del reato di pirateria).
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