Piombino in corsa con il tempo martedì 14 il giorno della verità
Nostra intervista ad Angelo Roma, esperto marittimo che segue l’impegno di Micoperi – L’importanza della lista europea per le demolizioni

Angelo Roma
Ieri a Roma c’è stata la conferenza stampa alla Protezione Civile sulle prossime fasi dell’operazione Concordia. Abbiamo chiesto al comandante Angelo Roma, che segue dall’inizio la vicenda, un parere sullo stato dell’arte dei lavori anche nella prospettiva di smaltimento a Piombino.
LIVORNO – Comandante Roma, la vicenda del relitto del Giglio sembra avvitarsi su problemi di ordinaria (ahimè) burocrazia all’italiana. I lavori di adeguamento del porto di Piombino, già assegnati definitivamente con una velocissima gara, stanno ritardando perché il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha rimandato più volte il suo OK, ultimamente al 14 gennaio. Si rischia davvero di non essere pronti per il rigalleggiamento?
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“Premesso che le operazioni sulla Concordia, stanno proseguendo regolarmente con la preparazione alla rimozione dei timoni e l’installazione del sistema di controllo della zavorra dei cassoni, con un totale di circa 115 persone coinvolte, attualmente, tra terra e bordo; il fatto che il 29 dicembre u.s. si sia riunita l’assemblea del CSLP che avrebbe dovuto approvare il progetto “Piombino” per poi, invece, prendere altro tempo riconsegnando le carte, esigendo ulteriori integrazioni e rimandando tutto al 14 gennaio, lascia davvero incerta la possibilità di essere pronti al momento che il relitto sarà posto in galleggiamento”.
Titan-Micoperi hanno recentemente spostato alla fine dell’estate la probabile data del rigalleggiamento, mentre l’Authority di Piombino parla ancora di almeno 7 mesi dal via dei lavori del porto per essere pronti a ricevere il relitto. Però intanto Costa Crociera ha opzionato il Vanguard e continua la guerra al massacro tra gli altri porti italiani, con offerte anche da Civitavecchia, Genova e Palermo. Qual’è la sua opinione su questo rebus?
“L’ottimismo che mostra Luciano Guerrieri nonostante abbia dichiarato alcune perplessità a quanto accaduto a fine dicembre, deve farci sperare nella possibilità di ricevere il relitto (in caso, per il momento, di non nomina del presidente, mi auguro che resti lui come commissario, altrimenti si perderebbe altro tempo). Come ho sempre detto, la Concordia, secondo le norme Ue (regolamento 1013/2006/Ce) è un “rifiuto” e pertanto va portata nel sito più vicino per essere bonificata e smaltita. Lo prevede la delibera del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo 2013, di conseguenza se Piombino sarà pronto (questo è il problema) sarà rimorchiata fino lì”.
Piombino punta ai lavori del porto finanziati con i fondi speciali Stato-Regione non solo per il relitto ma per posizionarsi come porto principale di demolizione delle navi UE sulla base del recente regolamento europeo ad hoc. Ritiene che possa realmente avere chances, vista anche la crescente concorrenza dei porti già specialisti dell’est Mediterraneo?
“Questa, a mio avviso, dovrebbe, alla fine, essere la soluzione della città Piombino, non solo del porto, essere inclusi nell’elenco europeo d’impianti di riciclaggio! Il nuovo regolamento sul riciclaggio delle navi si applica alle grandi navi commerciali battenti bandiera dello Stato membro dell’Unione europea, e alle navi battenti bandiera di un paese terzo, che scali od ormeggi in porti dell’Unione europea. Sarà predisposto un apposito elenco di impianti di riciclaggio autorizzati a riciclare le navi battenti bandiera dell’Unione. Al fine di essere inclusi nella lista europea, qualsiasi impianto di riciclaggio, a prescindere dalla sua posizione, dovrà rispettare una serie di requisiti”.
Si è spesso detto, in questi ultimi tempi, che le demolizioni di grandi navi sono un business importante. Ma calcolando anche l’impatto ambientale, la necessità di smaltire a terra imponenti quantitativi di materiali non solo ferrosi con transito di migliaia di tir, l’immagine non certo ottimale dei cantieri di demolizione, ritiene che i porti italiani – quasi tutti a ridosso di aree urbane altamente popolate – possano essere adatti?
“Proprio per questo Piombino sarebbe un’ottima soluzione! Lo scenario non cambierebbe di molto rispetto a quello delle acciaierie ed avremmo carcasse a chilometri zero. Penso inoltre, che al massimo dovrebbero essere tre gli impianti di riciclaggio in Italia (area Nord, Sud ed Adriatico), anche perché detti impianti dovranno essere approvati dall’UE, soddisfare di conseguenza requisiti specifici, essere certificati e sottoposti a regolari ispezioni”.
A.F.
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