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Pappalardo agli agenti marittimi: dobbiamo cercare sinergie nazionali

Cambiata radicalmente la professione nei tempi storici, rimane l’unicità del rapporto con l’armatore e la sua qualificazione – La frammentazione del sistema porti e la loro gestione secondo criteri superati

Nella foto (Gabriele Milani): (da sinistra) Michele Pappalardo presidente Federagenti, Laura Miele presidente Asamar Livorno e Fiorenzo Milani presidente Propeller Club Livorno.

LIVORNO – La recente serata organizzata dal Propeller Club ha avuto un relatore di eccezione per prestigio e capacità comunicativa: il presidente nazionale di Federagenti dottor Michele Pappalardo.
Invitato dal presidente del Club livornese Fiorenzo Milani a relazionare su figura e ruolo dell’agente marittimo, dalle origini della professione fino agli scenari futuri che le si prospettano, il presidente di Federagenti – cui fanno capo venti associazioni alle quali aderiscono oltre 600 aziende operanti nei diversi settori marittimo-portuali – è anche socio e consigliere del Propeller napoletano ma prima di tutto, come egli stesso ha ricordato in apertura di conferenza, è da sempre agente e mediatore marittimo.
“Se ci rendiamo conto che nel passato la nave, già dal suo arrivo in porto, si “consegnava” all’agente marittimo come ad una sorta di dominus che per essa provvedeva ad ogni necessità e servizio – dallo sbarco delle merci alla loro consegna compreso lo svolgimento delle pratiche burocratiche – possiamo capire come questa nostra attività abbia dato un grande contributo alla crescita e allo sviluppo dei porti e quindi dell’economia italiana” ha detto il presidente.
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Nella foto (Gabriele Milani): la presentazione del nuovo socio del Propeller labronico avvocato Alessandro Personi.

“In tempi più recenti – ha proseguito Pappalardo – prima con la legge 84/94 e più tardi con la tragedia delle torri gemelle, si registrano significativi cambiamenti nelle attività portuali. Con la concessione delle banchine ai privati prevista dall’84/94 e la conseguente nascita di nuove figure imprenditoriali, l’agente marittimo perde il ruolo di esclusivo referente della nave e viene perciò costretto a diversificare l’attività; entra così a far parte di joint ventures o di imprese di terminalisti o, ancora, si specializza in attività di trailer o di intermediazione e brokeraggio.
L’altra fondamentale tappa dell’11 settembre 2001 vede invece l’imposizione dei protocolli antiterrorismo americani a tutti i porti facendo sì che in quelli italiani – tanti e molto diversi tra loro per importanza e capacità operativa – il ruolo dell’agente marittimo, unico soggetto in grado di assolvere compiutamente le nuove richieste, torni ad essere strategica. Successivamente, con l’obbligatorio adeguamento ai sistemi operativi europei attraverso la direttiva Bolkestein per il libero accesso alla professione su tutto il mercato dell’Unione, la categoria degli agenti marittimi, seppur bersagliata da obblighi e disposizioni pesanti, vede ulteriormente rafforzato il suo ruolo ed osserva con soddisfazione che quell’impianto originario che regola la sua professionalità istituito nel 1977 con la Legge 135 non risulta sostanzialmente cambiato”. Proseguendo nell’analisi dell’oggi e del futuro, elementi temporali consequenziali tra loro, il presidente ha parlato dell’esigenza di risolvere i problemi derivanti dalla frammentazione del sistema dei porti e da una concezione ormai superata della gestione di questi citando invece, fra le necessità attuali, quella di una sinergia necessaria per iniziare un percorso ragionato che coinvolga tutti gli attori della portualità.
In una fase come questa, dove è necessaria una particolare attenzione ai cambiamenti del mercato, l’agente marittimo gioca un ruolo attivo grazie alle continue possibilità di confronto con gli operatori internazionali che la tipicità della professione gli offre e grazie alla estrema qualificazione dei suoi mediatori marittimi, esperti in cambi, flussi merci ed interpretazione di avvenimenti politici. Negli obiettivi di Federagenti c’è quello di far contare di più il comparto, che a fronte dei suoi importanti risultati economici (fra il 3 e 4% del PIL nazionale ed un gettito globale nelle casse dell’erario di oltre 16 miliardi di euro) non riscuote la giusta attenzione “forse anche per colpa nostra – ammette il presidente – che per troppi anni ci siamo ritenuti un mondo a parte, nonostante le dannose divisioni al nostro interno, ed abbiamo fatto poca comunicazione”. Oggi però non si può più aspettare e l’elenco delle disfunzioni e dei problemi ricordati nel corso della serata è insopportabile per chiunque si trovi a doverlo riascoltare: lentezza, intoppi burocratici, arretratezza nell’informatizzazione, fasi di sperimentazione infinite (vedi Sportello Unico Doganale), mancanza di unicità nell’intepretazione normativa, sinergie azzerate da ataviche tendenze campanilistiche, carenza di un sistema logistico-terrestre. Tutto questo mentre l’azienda nave si sposta senza alcun problema da un porto inefficiente ad un altro efficiente.
“Dobbiamo fare tutti un passo indietro – ha concluso Michele Pappalardo – e, prima che sia troppo tardi, ricercare una sinergia nazionale per riuscire a cogliere la grande opportunità, forse l’ultima che ci sarà concessa, dei corridoi europei (le reti TEN-T) che dovranno essere pronti nel 2030”.
In apertura di serata il presidente del Propeller Fiorenzo Milani ha presentato il nuovo socio l’avvocato Alessandro Personi, associato dello studio legale Vaudo Paggini & C., specializzato in shipping, commercio internazionale e diritto doganale.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
8 Marzo 2014
Ultima modifica
11 Marzo 2014 - ora: 19:06

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