Pappalardo agli agenti marittimi: dobbiamo cercare sinergie nazionali

Cambiata radicalmente la professione nei tempi storici, rimane l’unicità del rapporto con l’armatore e la sua qualificazione – La frammentazione del sistema porti e la loro gestione secondo criteri superati

Nella foto (Gabriele Milani): (da sinistra) Michele Pappalardo presidente Federagenti, Laura Miele presidente Asamar Livorno e Fiorenzo Milani presidente Propeller Club Livorno.

LIVORNO – La recente serata organizzata dal Propeller Club ha avuto un relatore di eccezione per prestigio e capacità comunicativa: il presidente nazionale di Federagenti dottor Michele Pappalardo.
Invitato dal presidente del Club livornese Fiorenzo Milani a relazionare su figura e ruolo dell’agente marittimo, dalle origini della professione fino agli scenari futuri che le si prospettano, il presidente di Federagenti – cui fanno capo venti associazioni alle quali aderiscono oltre 600 aziende operanti nei diversi settori marittimo-portuali – è anche socio e consigliere del Propeller napoletano ma prima di tutto, come egli stesso ha ricordato in apertura di conferenza, è da sempre agente e mediatore marittimo.
“Se ci rendiamo conto che nel passato la nave, già dal suo arrivo in porto, si “consegnava” all’agente marittimo come ad una sorta di dominus che per essa provvedeva ad ogni necessità e servizio – dallo sbarco delle merci alla loro consegna compreso lo svolgimento delle pratiche burocratiche – possiamo capire come questa nostra attività abbia dato un grande contributo alla crescita e allo sviluppo dei porti e quindi dell’economia italiana” ha detto il presidente.
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