Autostrade del Mare e realtà Italia tra ritardi infrastrutturali e proposte
La continua perdita di competitività del “sistema” italiano e le poche eccellenze – L’impegno di Tirrenia per l’ambiente e le conclusioni di Paolo Uggè – Le contraddizioni normative della UE sui trasporti

Paolo Uggè
ROMA – Questa volta ci hanno provato Fedarlinea e Confcommercio a mettere in fila problemi, proposte e valutazioni sulle Autostrade del mare e sull’autotrasporto. In un convegno che si è svolto mercoledi scorso, i temi del trasporto merci, visti anche dal punto di vista dell’ambiente, sono stati affrontati con la partecipazione al dibattito per il cluster marittimo di Enrico Maria Puja, direttore generale del trasporto marittimo al ministero delle Infrastruture e Trasporti, Ettore Morace presidente di Tirrenia/CIN, Paolo Ferrandino segretario generale Assoporti e Francesco Benevolo direttore di RAM.
Impietoso il quadro della situazione italiana anche in rapporto agli altri paesi avanzati. Nel 2013 la posizione italiana nel campo delle infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali è molto distante – è stato rilevato – da quella di paesi come Germania, Francia ma anche Spagna.
[hidepost]Sulla rete autostradale l’Italia è passata dalla seconda posizione in Europa del 1970 alla quarta, con incrementi “ridicoli” della rete rispetto agli altri paesi. Nel Logistic Performance Index (World Bank) siamo caduti al 24° posto su 155 paesi del mondo, malgrado in Italia l’89% delle merci viaggi su gomma contro il 75% della media europea. Da qui una pesante e continua perdita di competitività della logistica, del trasporto merci e dell’intero comparto dei servizi.
Ci sono, ovviamente, alcune nicchie d’eccellenza. Benevolo ha ricordato i meriti (e le fatiche!) di RAM per spingere sul mare l’autotrasporto merci. E nel corso del convegno Ettore Morace, presidente e AD di Tirrenia ha annunciato il varo del progetto “SAVING ENERGY AND ENVIRONMENTAL” finalizzato ad aumentare sensibilmente l’efficienza energetica della flotta con ricadute importanti sia sul risparmio dei costi che sulla tutela ambientale, grazie alla riduzione delle emissioni.
Da oltre un anno Tirrenia CIN – ha detto Morace – ha istituito l’Ufficio per il Risparmio Energetico a cui ha affidato il compito di studiare e realizzare processi e progetti in grado di portare risultati tangibili.
L’Ufficio ha iniziato la sua attività focalizzando risorse ed energie per rendere la flotta più efficiente; da qui è nato il progetto “SAVING ENERGY AND ENVIRONMENTAL” in collaborazione con Rolls Royce e altri importanti progettisti costruttori di eliche.
Il progetto prevede la sostituzione delle eliche con altre di nuova generazione su 7 navi in meno di due anni, con un investimento di circa 10 milioni di euro, per una riduzione complessiva del 17% dei consumi di carburante e, conseguentemente, una sensibile diminuzione delle emissioni e della manutenzione dei motori delle navi.
“A maggio inizieranno i lavori sulla prima unità – ha concluso Morace – che dovrebbero durare presumibilmente una decina di giorni. Il calendario dei lavori prevede un secondo intervento su un’altra unità a ottobre e una terza a dicembre, mentre altre quattro navi saranno sottoposte al cambio delle eliche entro l’estate del 2015”.
Le conclusioni del convegno, affidate a Paolo Uggè presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, sono state amare: “Quello che ci è mancato in Italia – ha detto in chiusura del convegno Paolo Uggè – è una vera politica dei trasporti, perché se finalmente si decide cosa si vuole fare in questo Paese e come si vogliano fare viaggiare le merci, poi sarebbe molto più semplice capire quali infrastrutture privilegiare. E una politica che impiega vent’anni anni per partorire una legge sui porti, evidentemente non si rende conto di come per competere ci voglia velocità. Vent’anni anni oggi equivalgono all’era glaciale: se si è su una lastra di ghiaccio per salvarsi bisogna essere veloci. In assenza della Consulta dei Trasporti che Confcommercio continua a chiedere venga ricostituita, abbiamo oggi riunito tutti gli attori della filiera, nella consapevolezza che la sfida per la competitività del sistema dei trasporti e della logistica del Paese, o la vinciamo tutti assieme, oppure ciascuno è condannato a perderla individualmente. Le Autostrade del Mare possono fare molto per incentivare la competitività commerciale sia nel nostro paese, ma anche a livello internazionale. Importante è infatti il loro ruolo per accrescere l’accessibilità dei territori, ridurre la congestione della rete stradale, accrescere la sicurezza della circolazione e non da ultimo rispettare l’ambiente. In tal senso va letta la richiesta dell’esenzione dal calendario dei divieti di circolazione per i tir aderenti al progetto: nel 2014, 78 giornate lavorative sprecate pari a 10 mila euro spesi inutilmente per ciascun veicolo soltanto in costo del conducente, che moltiplicati per il parco circolante fanno salire a oltre 3 miliardi di euro i potenziali recuperi di competitività da conseguire. Vanno risolte però delle importanti contraddizioni. Una per tutte l’Unione Europea mentre conferma il sostegno al trasporto via mare, stabilisce che dal 18 giugno di quest’anno l’Italia dovrà recepire la direttiva 2012/33/UE che prevede l’utilizzo sulle navi di carburante con minori percentuali di zolfo facendone lievitare i costi. Quindi come pensare di dare un accelerazione alle AdM con già alla base un onere di questo tipo?”
[/hidepost]