Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Benetti debutta in Brasile con il quinto “Delfino 93’”

Un progetto d’eccellenza disegnato da Stefano Righini

LIVORNO – Il cantiere Benetti ha scelto il Rio Boat Show – che si svolgerà dal 9 al 15 aprile – per il suo grande debutto in Brasile. Stella fra le stelle, a rappresentare il cantiere, sarà il quinto esemplare Delfino 93’ (10 scafi venduti dalla presentazione ufficiale del primo scafo Cannes 2010), il primo per un armatore brasiliano.
Benetti Delfino 93’ – Class Range – rappresenta un legame profondo tra la storia e l’innovazione Benetti. Il primo motoryacht con questo nome fu presentato al Salone Nautico di Genova del 1969.
[hidepost]Zaphira (BD005), quinto scafo della serie, è la perfetta sintesi dell’esperienza e del livello qualitativo maturati dal cantiere italiano con questo modello di grande successo. E’ un’imbarcazione che si distingue fin dal primo colpo d’occhio per la sontuosa livrea blu e la targa del nome creata personalmente dall’Armatore, vero appassionato dello stile italiano “Made in Benetti” che ha scelto di sposare in ogni dettaglio.
Ed è proprio con questo yacht, il più lungo e lussuoso del Salone brasiliano, che Benetti ed il suo armatore hanno deciso di incantare il pubblico del Boat Show di Rio de Janeiro presentandosi in grande stile agli Armatori brasiliani che d’ora in poi potranno contare sulla presenza del brand Benetti nel proprio Paese.
28.5 metri di lunghezza e 7.03 metri di larghezza massima entrobordo, Delfino 93’ è un’eccellente sintesi di tutta l’esperienza e dello stile Benetti: “Abbiamo stabilito un nuovo standard di eccellenza in soli 24 metri” – commenta Stefano Righini, dalla cui mano nascono il concept e lo stile di questa e delle altre imbarcazioni Class Range. E Vincenzo Poerio, amministratore delegato del brand, si dice orgoglioso del modello e del suo successo.
La presenza del bulbo comporta due vantaggi importanti: il primo è legato alla maggior sicurezza in caso di impatto contro corpi semi galleggianti; il secondo, all’aumento delle prestazioni idrodinamiche. Delfino 93’ è stata una delle prime navette dislocanti alla quale è stato installato un sistema di pinne elettriche che migliora la stabilità dello scafo e garantisce eccellenti prestazioni di tenuta al mare, sia in navigazione sia all’ancora, oltre che uno standard di comfort di elevatissimo livello.
L’estrema cura nella qualità costruttiva si traduce in termini di comfort anche per quanto attiene alla significativa riduzione di rumori e vibrazioni. In tutto il lower deck sono stati installati pavimenti flottanti che, grazie all’utilizzo di nuovi materiali sandwich, consentono un minore trasferimento di rumorosità dalla struttura agli interni. Si tratta di caratteristiche distintive che hanno garantito il successo commerciale del Delfino 93’ fin dal suo esordio.

[/hidepost]

Pubblicato il
5 Aprile 2014

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio