Quasi pronta la seconda vasca di colmata ora il problema è consolidarle per i piazzali
Il problema dei diaframmi di impermeabilizzazione voluti dalla normativa SIN che si spera di superare con il passaggio ai SIR regionali – I tempi e le prospettive del nuovo porto

La prima vasca di colmata in fase di consolidamento.
LIVORNO – Entro la prossima settimana saranno completate nel porto labronico le prime due sotto-vasche della seconda vasca di colmata all’esterno della Darsena Toscana: un importante risultato che conferma la notevole accelerata dell’Autorità portuale ai lavori della seconda vasca, che risulta a questo punto completata al 90% dopo solo poco più di due anni dall’inizio dei lavori. Se si considera che per la prima vasca di colmata ci sono voluti più di dieci anni per arrivare allo stadio attuale, che è di “quasi completamento” (deve ancora ricevere parte dei materiali di conferimento dopo che è stato deciso di alzarne le sponde di contenimento) è facile capire come i tempi siano stati velocizzati.
Rimane aperto il problema del consolidamento delle vasche e dei loro materiali. Un problema aggravato dalle normative SIN che hanno costretto a impermeabilizzare il fondo delle vasche con speciali “membrane” impermeabili, che se da una parte hanno protetto il fondale da (improbabili) inquinamenti, dall’altra hanno reso problematico il consolidamento dei materiali conferiti, in gran parte terreni argillosi e quindi soggetti a trattenere a lungo l’acqua.
[hidepost]Specie per la prima vasca di colmata, il ritardo del consolidamento ha costretto a fare a meno ad oggi di piazzali portuali per oltre due ettari, piazzali che sarebbero stati indubbiamente utilissimi per l’adiacente terminal della Darsena Toscana, ma anche per i programmati allargamenti dei fasci di binari e per una viabilità interna più funzionale.
In questi anni l’Autorità portuale ha studiato molte soluzioni per consolidare la prima vasca di colmata, che rimane malgrado ogni sforzo un’area instabile e non in grado – almeno ad oggi – di supportare piazzali portuali con carichi pesanti. Sono stati fatti anche studi a livello universitario, si sono sperimentate immissioni di speciali “solidificatori” suggeriti da esperienze all’estero. Ma la soluzione più logica appare oggi il ricorso a una serie di palificazioni che forando i diaframmi impermeabilizzanti sul fondo consentano di smaltire progressivamente la componente liquida del contenuto delle vasche. Il che sarà possibile tuttavia solo se il passaggio da sito SIN (che aveva imposto i diaframmi) a sito SIR (di competenza regionale) riconoscerà che il materiale conferito nelle vasche non è inquinante e la funzione dei diaframmi di impermeabilizzazione può dunque essere eliminata.
Un’altra sfida, e non certo la minore, per il consolidamento delle due grandi vasche di colmata che dovranno diventare la base della sospirata (e progettata) piattaforma Europa, ovvero del porto containers del prossimo futuro, non più condizionato dai fondali ridotti della darsena Toscana e specialmente dalla strettoia del canale al Marzocco.
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