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Mega: il Levante

Intervista al dirigente infrastrutture dell’Authority di Bari sui programmi in corso

Mario Mega

FERRARA – L’ingegner Mario Mega, dirigente servizio infrastrutture ed innovazione tecnologica dell’Autorità portuale del Levante, è uno dei componenti del Comitato Scientifico della sezione Coast Expo di Remtech, la parte dedicata alla protezione della costa e del mare della grande manifestazione di approfondimento tecnico che si è recentemente conclusa nella città estense.
Ingegnere, le sue sensazioni sulla manifestazione.
“L’edizione 2014 di Coast ha confermato in pieno il trend positivo. L’intento del nostro comitato scientifico era quello di coniugare la parte espositiva delle aziende con quelle della scoperta, della conoscenza e dell’innovazione anche con l’apporto del loro contributo tecnico-scientifico per evitare di incorrere nel rischio di un convegno troppo teorico e fornire invece ai partecipanti ed ai visitatori un vero scambio di conoscenza e di aggiornamento su queste tematiche”.
[hidepost]Quali temi ha approfondito in questa edizione la sezione Coast e quale contributo è stato portato dall’Autorità del Levante?
“Mentre nelle precedenti edizioni ci eravamo occupati di dragaggi, tema che quest’anno è stato affrontato dall’organizzazione internazionale “I2SM”, in questa abbiamo preferito approfondire il tema delle opere marittime e portuali. Come Autorità del Levante avevamo già esposto in questo senso il nostro contributo nelle due precedenti edizioni così in questa abbiamo preferito fare da spalla alle altre Autorità intervenute per dare loro un maggiore spazio e coinvolgimento. La nostra è stata una scelta strategica ed abbiamo preferito presentare in questa sede le attività che stiamo portando avanti nel settore dell’innovazione tecnologica insieme al Comando Generale delle Capitanerie di Porto ovvero lo Sportello Unico Marittimo. Attività, queste, che riguardano la semplificazione dei procedimenti burocratici, fondamentali per la competitività di un porto al pari della realizzazione delle opere infrastrutturali, e che rappresentano il nostro grande impegno degli ultimi anni. Impegno che possiamo vedere concretizzato sia nella costruzione del nostro porto multi sistema sia nel progetto Gaia ed ora con questo prototipo (al momento l’unico che il Comando Generale sta sviluppando) che potrà porre le condizioni per realizzare la direttiva 65/2010 e far sì che le navi che scalano in tutti i porti del mondo trovino attive, anche nei porti italiani, le procedure telematiche in grado di consentire scambi veloci di informazioni con Dogana, Sanità marittima e forze di polizia”.
A che punto sono gli avanzamenti in campo infrastrutturale nel porto di Bari?
“Siamo impegnati da qualche mese insieme al Provveditorato delle Opere Pubbliche nella realizzazione della colmata di Marisabella, un’opera programmata già a fine anni ’80 che prevede un banchinamento di quasi 300mila metri quadrati, 1.200 metri lineari di banchina e fondali a meno 12 metri che ci consentiranno nuovi ormeggi per favorire il traffico delle autostrade del mare. Avremo inoltre più spazi per le navi da crociera, altro asset molto importante per il porto di Bari, tanto che stiamo progettando anche il raddoppio del terminal passeggeri per il quale abbiamo già il finanziamento attraverso il programma INTERREG, stiamo solo aspettando il via libera dall’autorità di gestione greca. Stiamo poi riqualificando tutto il Molo Pizzoli con un grande progetto da 30 milioni di euro che vedrà il riposizionamento della Dogana, una torre di controllo per la Capitaneria di porto e spazi adeguati per la Guardia di Finanza. Il nostro porto ha limiti di espandibilità ma con queste opere vogliamo creare un’autonomia operativa all’interno di ogni tipologia di traffico e già da qualche anno, ad esempio, abbiamo separato il traffico crocieristico da quello commerciale per evitare spiacevoli interferenze. Dobbiamo sempre più potenziare le darsene per favorire i collegamenti con l’Albania: un traffico importante oggi composto da 800mila persone ma con un trend in aumento che auspichiamo arriverà alle due cifre – in controtendenza con gli altri dati dei traffici passeggeri – che riguarda persone che raggiungono l’Italia ed il nord Europa per lavoro rientrando nel loro Paese nei tradizionali periodi festivi.
“Per quanto riguarda il porto di Barletta: si è sviluppato un interrimento all’imboccatura del porto e nonostante un progetto pronto con ISPRA e ARPA Puglia e la conferma di quest’ultima che i sedimenti sono compatibili con un’area a mare da noi già individuata, subiamo rallentamenti burocratici dalla Regione. Non capiamo perché la stessa situazione, verificatasi nel porto di Ravenna, è lì stata subito risolta attraverso una conferenza di servizi convocata dal presidente dell’Autorità portuale con il conseguente immediato avvio dei lavori mentre noi, che abbiamo intrapreso il medesimo loro percorso, ci troviamo ancora a ricevere richieste di attivazione di procedure autorizzative e di chiarimenti. Questa applicazione del “federalismo” con evidenti difformità ci appare poco illuminata dati i presupposti: pareri favorevoli degli enti verificatori, fondi già disponibili per ben 3 milioni di euro e richieste di operatori marittimi e portuali e di tutto il tessuto economico di aumento di sviluppo e competitività del territorio. Porti come Barletta e Bari inoltre non sono aree di interesse nazionale o porti industriali dove le attenzioni possono essere legittimate da situazioni di rischio (pensiamo a Taranto con l’Ilva) e dobbiamo perciò chiederci se bloccare una pura attività “manutentiva” che 20 anni fa – prima di una super produzione di norme – veniva regolarmente eseguita dal ministero, significhi effettivamente tutelare il territorio”.
Come comitato scientifico di Coast Expo: cosa porrete al centro della vostra attenzione nell’edizione 2015?
“Con i colleghi del comitato stiamo già pensando ad un focus sulle Autorità portuali diretto in particolare ai tecnici che potranno creare un momento di attenta riflessione e confronto sulle problematiche vissute nei vari porti. Inoltre nel frattempo immaginiamo che la riforma portuale sarà stata approvata e potremo perciò riflettere sui primi risultati della sua applicazione. Pensiamo quindi ad un focus ancora più attento sui porti perché la nostra missione è quella di farli funzionare al meglio”.
C.G.

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Pubblicato il
27 Settembre 2014

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