La guerra per il gas tra Nord Europa e Adriatico
Marciano veloci in Germania e Belgio le reti mentre tra Italia e Grecia è guerra per le perforazioni
BRUXELLES – Nel prossimo decennio la domanda di gas naturale (GNL) per i trasporti potrebbe superare i 43 miliardi m3 secondo quanto rivelato da un recente rapporto dell’ACER (Associazione dei Regolatori Europei dell’Energia). Il trasporto stradale pesante su lunga distanza rappresenterà, secondo lo studio, il settore con le maggiori potenzialità di impiego.
In Germania, nello stesso segmento, la strada verso la diffusione di infrastrutture di rifornimento del metano liquido sembra essere spianata dopo l’ottenimento da parte di Erdgas Mobil di un modello di approvazione per la costruzione di stazioni di rifornimento che rappresenterà il quadro di riferimento per gli operatori.
[hidepost]Anche in Belgio è stata posta la “prima pietra” per l’avvio dell’utilizzo del GNL come fuel per i truck con l’inaugurazione della stazione di rifornimento di metano liquido costruita da Fluxys, a Veurne, nell’ambito della collaborazione con Mattheeuws Eric Transport, azienda che all’interno della propria flotta possiede anche 26 camion alimentati con GNL.
Gli sviluppi recenti del progetto “LNG Masterplan” infine prevede la realizzazione di progetti pilota per l’utilizzo del metano liquido nelle vie di navigazione interne ed ha fatto registrare un nuovo ordinativo per un battello di navigazione che utilizzerà la tecnologia “Sirocco” con motore a LNG a basso impatto ambientale.
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Uno dei temi più scottanti in questo periodo, quello della ricerca di gas nei giacimenti sottomarini dell’Adriatico, sta impegnando non solo le autorità italiane all’Ambiente ma anche la stessa diplomazia. Come è stato detto anche nella conferenza sulla “Blue Economy” conclusa ieri a Livorno per iniziativa del sottosegretario Silvia Velo (vedi il servizio in questo stesso giornale) il problema è che mentre l’Italia sembra decisa a ridurre al minimo le perforazioni di ricerca in Adriatico, la Croazia sta forzando la mano sulle zone di mare di confine con quelle italiane concedendo decine di licenze di sondaggio e di estrazione. Uno scontro che non sembra facile da risolvere anche alla luce delle normative europee sul gas naturale liquefatto e l’estensione del suo uso.
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