Caso Marò una soluzione consensuale?

ROMA – Una soluzione alla paradossale “odissea” dei due fucilieri di marina detenuti dall’India è prevista o auspicata a breve, forse entro fine mese. L’India sta, infatti, valutando dal 14 ottobre una “soluzione consensuale” tuttora in esame presso il ministro dell’Interno di New Delhi Ajit Doval, ex capo dei servizi indiani ed attuale consigliere per la sicurezza nazionale del premier Modi.
[hidepost]E’ quanto ci segnala il comandante Angelo Roma, maritime consultant e già uomo di fiducia di Zim nel porto di Livorno, dopo i contatti avuti con un ex collega dell’Accademia che è rientrato di recente dall’India.
La corte Suprema indiana ha tenuto una nuova udienza venerdì scorso – sottolinea il comandante Roma – sembra con spirito più collaborativo. L’attuale crisi diplomatica in essere tra India e Italia dal 2012 è una controversia internazionale generata come noto dall’arresto da parte della polizia indiana dei due fucilieri di marina accusati dell’uccisione di due pescatori indiani imbarcati su un battello dedito alla pirateria il 15 febbraio 2012 al largo della costa del Kerala nell’India Sud Occidentale. Secondo la versione italiana i militari appartenenti al Battaglione San Marco e imbarcati a bordo della Enrica Lexie hanno respinto un’imbarcazione che si avvicinava alla petroliera italiana, mettendo in atto secondo le regole d’ingaggio “graduali azioni dissuasive” fino a sparare in acqua tre serie di colpi d’avvertimento che hanno costretto il peschereccio “St. Antony” a cambiare rotta. Diversa la presunta ricostruzione dei fatti da parte della guardia costiera indiana che identifica ben quattro navi nell’area in cui si è svolto l’incidente con sagoma e colorazioni simili (nero e rosso) alla nave italiana. Pur essendo ormai in acque internazionali, l’unica che ha risposto all’invito indiano di rientrare in porto per accertamenti legati all’incidente, è stata la nave italiana. Una nave greca l’Olympic Flair ha segnalato di avere subito un attacco pirata nelle stesse circostanze, attacco respinto con le armi, ma senza ottemperare all’invito di rientrare in porto.
Un aspetto rilevante dell’indagine – ricorda Roma – riguarda i proiettili ritrovati nei corpi delle due vittime con un calibro 7,62 mm. utilizzato in molte armi nel mondo, ivi incluso il Kalashnikov, ma non compatibile con il Beretta 5,56 in dotazione ai marò della marina Militare. L’India stante la crisi ha deciso di non partecipare all’Expo di Milano del 2015, nonostante il tema “alimentare” risulti per questo paese di primario interesse. L’unico dei due marò tuttora in Ambasciata in India, Salvatore Girone, ha ripreso gli studi, si è diplomato ed è iscritto all’Università, mentre l’altro Massimiliano La Torre, continua la sua cura in Italia, ma ha già dichiarato la sua volontà di rientrare in India allo scadere, il 13 gennaio 2015, del permesso medico che gli è stato concesso dopo l’ictus che l’ha colpito il 13 agosto. Attendiamo fiduciosi gli eventi…

[hidepost]

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

*