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Neri e Negri: insieme nella Cilp parte la trattativa, tanti gli obiettivi

Entro febbraio la conclusione sull’operazione con una probabile società paritetica – Le concessioni demaniali e il risiko della Piattaforma Europa – Il segnale: sta cominciando una fase nuova sulle banchine dello scalo labronico

LIVORNO – Per mesi ci hanno ronzato intorno in tanti. E visto che sui porti – ma a Livorno in particolare – i segreti sono spesso quelli di Pulcinella, cioè corrono sulle banchine come l’acqua piovana, tutti dicevano di sapere tutto.
[hidepost]Adesso che il dado è tratto, e che le assembee dei lavoratori portuali hanno autorizzato i vertici a trattare la vendita del 50% della Cilp, si passa ai fatti. Cioè parte la trattativa sui valori finanziari tra chi vende, la Compagnia-Impresa dei portuali, e chi compra: cioè l’abbinata terminalista delle società del livornese Piero Neri e del genovese Luigi Negri. L’assemblea dei portuali a dato l’ok alla trattativa con 77 si, 21 no e 5 astenuti: pochi votanti, rispetto agli aventi diritto, molti dei quali si sono limitati a prendere atto di decisioni di vertice da tempo sul campo. Del resto pecunia non olet e i portuali di soldi hanno ancora disperato bisogno. Da parte dei candidati compratori – l’operazione dovrebbe concludersi sul piano notarile entro febbraio – continua il riserbo. Si sa che il 50% delle azioni della Spa Cilp saranno acquistate pariteticamente dai due gruppi, salvo poi costituire – quasi con certezza – una società comune. Che a questo punto quasi certamente non avrà intenzione di fermarsi a compartecipare alla Cilp, ma punterà anche ad altri obiettivi in porto. Negri da parte sua (l’ha ricordato Luca Becce di recente) non sta con le mani in mano: tanto che il Tdt avrà due nove modernissime portainers con tirate fino a 18 file entro la fine dell’anno. Che costano un milione l’una, cifre ovviamente impegnate se il gioco vale la candela.

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Tra tutti gli assets che sul porto di Livorno tra poco verranno messi in gara dalla Port Authority non è difficile indovinare quali avranno la priorità per l’accoppiata Neri-Negri: in primis Porto 2000 e Piattaforma Europa, ma non solo. Piero Neri su tutto si è lasciato scappare giorni fa soltanto una lapidaria micro-dichiarazione. “Stiamo lavorando per il rilancio del porto di Livorno”. Per lui, la “sfinge”, una lunghissima frase…Con un retro-pensiero, non espresso ma facilmente intuibile: “E altro seguirà”. Il che sta a significare che per il porto di Livorno è iniziata un’epoca di notevoli cambiamenti: dove – come sempre accade – chi è pesce piccolo è a rischio di predazione da parte dei pesci più grandi. Il che in economia non è nemmeno sbagliato…
Intorno a questa maxi operazione Cilp erano fiorite da mesi indiscrezioni e anche fantasie: quali siano i valori della Cilp tuttavia non è un segreto. Si era parlato tempo fa di 10 milioni e più. E’ stato ricordato che la Compagnia-Impresa ha la titolarità delle concessioni in porto, comprese quelle di alcune delle banchine più strategiche per i futuri assetti, e cioè l’Alto Fondale e parte del molo Italia. Ha i preziosi terreni della Paduletta, alle spalle della sponda est della Darsena Toscana, dove in tempi di vacche grasse ha sbarcato decine di migliaia di auto nuove e dove oggi si ipotizzano strategici trasferimenti (Tco e non solo). Ha concessioni di aree delle Fs anch’esse strategiche per il nuovo piano regolatore. Ha infine i contratti d’impresa per il lavoro sulle banchine. E non sfugge che proprio sul lavoro in banchina di recente si è trovata la soluzione dell’agenzia interinale proprio grazie all’impegno dei Neri (e alla presidenza dello stesso Piero Neri).

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La Cilp poi ha “figliato” altre società di primaria importanza per il porto, come il Terminal Darsena Toscana (con il gruppo di Luigi Negri) e il Faldo, cioè l’autoporto di Collesalvetti che con la ripresa del mercato dell’auto anche in Italia sta tornando ad essere nell’interesse di più d’un grande operatore internazionale (qualcuno sta bussando alla porta proprio in questi giorni). Entrambe queste realtà hanno dunque soci importanti: il gruppo investimenti genovesi di Luigi Negri in Darsena Toscana, il gruppo milanese Koelliker per il Faldo. E come già accennato, ci sono interessi ulteriori in arrivo, con la possibilità di nuovi intrecci societari. Come la conferma dell’arrivo degli indonesiani di Musim Mas attraverso la controllata Masol che hanno ricevuto proprio due giorni fa dall’Autorità portuale (i dettagli su questo stesso numero) 10 mila metri quadri di aree sulla sponda est. Significativo che anche con la Masol ci sia una liason imprenditoriale del gruppo Neri, da tempo dopo aver rilevato le azioni ex D’Alesio in Sintermar (di cui ora le sue società hanno il 50 per cento, a fianco tra l’altro del più grande armatore europeo dei ro/ro, Manuel Grimaldi). Piero Neri con le sue società è anche diventato socio “pesante” in Labromare, ha “soccorso” in Alp i lavoratori portuali, ha sviluppato innumerevoli impegni intorno ai suoi storici Costieri (compreso l’allargamento al settore degli oli alimentari e da qui l’avvicinamento a Masol), ha messo il cappello (e che cappello!) sulla logistica per lo spazio con l’Esa, l’agenzia spaziale europea. E il gruppo sembra intenzionato a diventare protagonista in Cilp anche del lavoro e dei prossimi sviluppi di altri comparti.

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Con una postilla: nessuno sia così ingenuo da credere che certi risultati e certi obiettivi si siano sviluppati all’insaputa dell’Autorità portuale: Gallanti e Provinciali quasi certamente hanno avuto la loro parte attiva di questi successi, e sarebbe ingeneroso non riconoscerlo.
Nel comunicato ufficiale a fine dell’assemblea, Enzo Raugei, presidente di Cilp ha sottolineato che “il possibile ingresso nel capitale Cilp di due importanti operatori internazionali dovrà garantire sia il mantenimento delle caratteristiche storiche di rappresentanza dei soci lavoratori della Compagnia portuali, sia l’accentuazione delle sue caratteristiche imprenditoriali attraverso l’integrazione del management”. E inoltre “contribuirà al raggiungimento degli obiettivi il partenariato tra CPL e CFT che sarà messo a disposizione della Cilp” in un quadro di “aggregazioni tra operatori portuali e logistici che ne aumentino la capacità finanziaria per affrontare nuovi investimenti”. Vuol dire che anche i fiorentini della mega-cooperativa della logistica ortofrutticola hanno inghiottito il rospo? Una cosa è certa: tante debolezze insieme possono fare una forza. E quando insieme si mettono tante forze, o finisce a ceffoni dopo un po’, o si decolla davvero. Per il porto, l’auspicio ovviamente è per questa seconda ipotesi.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
31 Gennaio 2015

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