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Sul trasporto passeggeri: gli armatori e le normative

Con il nuovo consiglio d’amministrazione il programa dei temi prioritari – Il problema dell’IVA

S. MARGHERITA LIGURE – Nel corso del 5° Meeting per Armatori indetto a fine novembre dello scorso anno a Genova dalla S&T Broker società di assicurazioni specializzatasi nel settore navi minori, la A.I.A.T.P. che con essa ha collaborato convocando l’assemblea straordinaria dei soci per il rinnovo del consiglio di amministrazione, ha votato il nuovo C.d.A. composto dai confermati presidente Michelini, segretario nazionale Bozzo, consiglieri Gambardella (Campania), Nicolai (Sardegna) e dai nuovi eletti Rossignoli (Liguria), Toninato (Navigazione interna), Citton (Veneto), Lombardo (Sicilia) e Mascarucci (Emilia Romagna).
[hidepost]Il consiglio si è riunito nei giorni 8 e 9 gennaio 2015 a Roma per trattare i temi prioritari che riguardano la revisione dei titoli professionali per il naviglio minore e la sleale concorrenza delle unità da diporto ad uso commerciale, conseguenza di una normativa che sta sempre più equiparando quest’ultime alle nostre imbarcazioni da trasporto passeggeri usufruendo dei loro benefici, anche se pochi, ma non sottoposte ai loro oneri che invece sono tanti.
Non meno significativi sono risultati i problemi relativi alla perdita dal gennaio 2012 dell’imponibilità IVA per le dotazioni di bordo, per i materiali di rispetto e persino per l’acquisto di nuove imbarcazioni in sostituzione di quelle ormai obsolete facendo così aumentare sempre di più il divario, nell’ambito del trasporto passeggeri, fra le navi minori iscritte in matricola adibite a navigazione nazionale e quelle maggiori abilitate a navigazione internazionale iscritte nel Registro Internazionale e che, a differenza delle prime, godono degli sgravi contributivi e fiscali concessi dalla Legge 27 febbraio 1998 n.30.
Sono stati inoltre affrontati il problema relativo all’imposizione dell’accisa sui carburanti per la navigazione interna e quello dell’aumento stratosferico dei canoni demaniali alle unità di categoria operanti nella laguna Veneta.
Giovedì 9 una piccola delegazione della AIATP composta dal presidente, dal segretario nazionale e da due consiglieri, è stata ricevuta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dal responsabile della direzione generale del Trasporto Marittimo e per vie d’Acqua interne dottor Enrico Maria Pujia.
Durante l’udienza sono stati rappresentati i problemi di maggior importanza trattati dal consiglio nella riunione del giorno precedente, lamentando specie per la bozza di decreto sulla revisione dei titoli professionali marittimi per il naviglio minore, di non essere mai stati invitati a partecipare né alla preparazione né alla discussione di tale provvedimento che si presume sia avvenuta dopo la sua divulgazione on line del giugno 2013, alla quale l’AIATP aveva aderito rispondendo nei tempi previsti con le proprie osservazioni e proposte che però ad oggi, sono rimaste senza alcun riscontro.
Attualmente tale bozza di decreto risulta trasmessa al VI° Reparto-4° Ufficio del Comando Generale delle Capitanerie di Porto che dovrà esprimersi in merito secondo le proprie competenze.
Sul diporto ad uso commerciale è stato fatto presente come una più estesa interpretazione dell’art. 78 del Codice della Nautica da diporto possa sviluppare un ulteriore vantaggio, in tema di concorrenza commerciale, delle unità da diporto ad uso noleggio su quelle da traffico trasporto passeggeri.
L’attuale disciplina prevede infatti al comma 2 del sopracitato articolo, che le unità da diporto impiegate in attività di noleggio che trasportino più di 12 passeggeri in navigazione nazionale, vengano sottoposte alle disposizioni del DL 04/02/2000 n. 45 il quale però esclude nel suo campo di applicazione le costruzioni diverse dal materiale metallico o equivalente.
Tale affermazione sembrerebbe ricondurre anche le unità da diporto costruite in vetroresina o in legno, alla disciplina di cui al D.P.R.08/11/91 n. 435 (ovvero all’attuale Regolamento di Sicurezza della navigazione e della vita umana in mare).
Essendo le norme di quest’ultimo più favorevoli rispetto a quelle riportate nel citato 45/2000, è probabile che si vada a prefigurare uno scenario dove risulterà sempre meno visibile il confine finora ben tracciato da tutte le normative internazionali, fra la nave da trasporto passeggeri e quella da diporto (la cui destinazione commerciale rimane pur sempre una forzatura).
In sintesi pur soddisfatti dell’accoglienza, della disponibilità nonché della condivisione del direttore generale su alcune norme del Codice della Nautica da diporto che dovrebbero essere riesaminate, non abbiamo ottenuto certezze sul completamento dell’iter relativo alla revisione dei titoli professionali marittimi per il naviglio minore. L’attuale normativa infatti, escludendo quelli fra quest’ultimi ancora conseguibili, risulta troppo onerosa e poco adeguata alle funzioni svolte dai nostri equipaggi pur considerando le responsabilità che le stesse richiedono. L’Associazione e la categoria tutta attendono con fiducia la richiesta di poter partecipare alla stesura della nuova disciplina per una sua più condivisibile applicazione.

* * *

L’associazione raggruppa, da anni, gli armatori del trasporto passeggeri turistico che si contraddistingue per tipologia di navigazione e di servizio dalle navi da passeggeri off-shore. Purtroppo il nostro Governo, ha sottolineato il segretario nazionale, nel recepire le norme comunitarie specie quelle che disciplinano la formazione degli equipaggi, non ha tenuto conto di questa fondamentale differenza portando pian piano all’agonia un settore che poteva costituire un elemento significativo per la ripresa economica del nostro Paese.

* * *

103 sono le società di navigazione iscritte; 234 sono le imbarcazioni da trasporto passeggeri con stazze variabili da 4 a 198 t.s.l.; 34.363 sono i passeggeri trasportabili da tali unità; 6.500.000 c.a. sono i passeggeri trasportati in un anno, 62 ml di euro c.a. è il volume d’affari stimato.
Non quantificabile ma certamente enorme l’indotto generato da tale attività. Se consideriamo che mancano all’appello circa 1000 imbarcazioni (come rilevato dal libro registro del Rina) e almeno 400 società che operano nel comparto, si genera un rapporto fra i dati rilevati e quelli possibili di 1:5.

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Pubblicato il
31 Gennaio 2015

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