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Dal Propeller Trieste no al rigassificatore

Anche il governatore della Regione contraria all’opera

Fabrizio Zerbini

TRIESTE – Nel recente incontro del Propeller Club di Trieste, molto partecipato da soci ed ospiti, si è dibattuto di un argomento tornato improvvisamente alla ribalta: il rigassificatore a Trieste.
Nessuna contrarietà preconcetta, ma quel progetto specifico – presentato da Gas Natural a ridosso della Baia di Muggia – non può essere realizzato in quel sito – è stato detto – perché intralcerebbe lo sviluppo dei traffici portuali.
Unanime il giudizio sul progetto del rigassificatore espresso durante l’incontro organizzato dal Propeller di Trieste da parte di enti ed istituzioni locali, alle quali hanno fatto da contraltare le opinioni di Confindustria Venezia Giulia ed agenti marittimi, per i quali il progetto potrebbe costituire un’opportunità.
Nel suo intervento al tavolo dei relatori, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha spiegato chiaramente che: “Si tratta di un’opera estremamente invasiva all’interno del porto, incompatibile con flussi attuali di traffico marittimo e con quelli che verranno implementati, perché esistono già i progetti per nuove infrastrutture”.
[hidepost]Alla Regione, ha poi aggiunto Serracchiani, resta comunque la prerogativa di avere un’intesa forte col ministero dello Sviluppo economico (al quale spetta la decisione autorizzativa), altrimenti tutto torna al Governo e quindi al presidente del Consiglio.
“Nel Piano regolatore del Porto, in via di approvazione, non è previsto alcun rigassificatore – ha sostenuto con chiarezza Zeno D’Agostino, da poco più di un mese commissario dell’Autorità portuale di Trieste – ma sono previste nuove strutture che prevedono traffici, non compatibili con il progetto, senza contare le criticità legate al gasdotto”.
“In Italia abbiamo troppi porti, troppi aeroporti, troppi interporti ed ora anche troppi rigassificatori (tra già costruiti e progettati) e tra essi nessuno di veramente rilevante e competitivo a livello internazionale – ha sottolineato il presidente del Propeller Trieste, Fabrizio Zerbini – e serve una politica delle scelte e lo stesso vale anche per i rigassificatori. In questo caso specifico è la tipologia del rigassificatore e la sua collocazione che viene contestata”.
All’incontro del Propeller – organizzato per valutare opportunità e rischio di un progetto che sembrava già ampiamente tramontato – hanno partecipato anche il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, la presidente della Provincia, Maria Tersa Bassa Poropat, l’assessore comunale all’ambiente, Umberto Laureni, il sindaco di Muggia Nerio Nesladek, il consigliere comunale Paolo Rovis, Pietro Busan, vicepresidente nazionale degli Agenti marittimi e Michela Cattaruzza, membro del Consiglio di presidenza di Confindustria Venezia Giulia. Accorato, in chiusura di serata, l’appello di Ulrike Andres, presidente e amministratore delegato della Siot, la società che gestisce il terminal petroli, grazie al quale Trieste risulta il primo porto d’Italia in base al tonnellaggio delle merci.
“Oggi Trieste ha un ruolo strategico per il rifornimento energetico del centro Europa, e i pontili del rigassificatore sarebbero a 100 metri da quelli del nostro terminal. Fare un gasdotto sotto i nostri pontili non mi sembra una buona idea. Vogliamo che le raffinerie riportino le navi a Marsiglia? Vogliamo questo per il futuro?”
“In questa fase di sviluppo del porto, quindi, è evidente la necessità di porre la massima attenzione allo strumento di pianificazione – ha concluso il presidente Zerbini – cioè al Piano regolatore del Porto che dovrebbe essere approvato a breve. A questo proposito, giova ricordare che un progetto come quello del rigassificatore costituirebbe una variante al Piano stesso, e quindi un rilevante rischio d’interferenza con la realizzazione delle infrastrutture e delle opere previste dal Piano Regolatore Portuale medesimo e con l’aumento del traffico marittimo già ampiamente previsto”.

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Pubblicato il
25 Marzo 2015

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