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Serracchiani “benedice” Delrio ma la riforma dei porti s’inchioda

Non sembra essere tra le priorità della nuova gestione anche se Confetra e Assoporti insistono per far presto – I timori della politica in vista delle elezioni amministrative

Graziano Delrio

ROMA – Il primo commento, ovviamente positivo, è quello di Debora Serracchiani, vice di Matteo Renzi alla segreteria del Pd e “anima” del partitone per la politica dei trasporti: “Sono certa che Graziano Delrio farà fruttare – ha detto – nella nuova veste di ministro delle Infrastrutture e Trasporti, la visione europea dimostrata nella gestione delle risorse comunitarie e la sua esperienza di amministratore”. E ancora. “L’esperienza di Delrio disegna un profilo ideale in un settore come quello delle Infrastrutture in cui devono convivere la visione delle grandi direttrici viarie europee e la gestione della mobilità al servizio di milioni di cittadini. Il nuovo ministro saprà guidare un settore complesso, delicato e strategico, aiutato dalla consapevolezza delle esigenze della filiera amministrativa e della necessità di fare prima e meglio le opere indispensabili al nostro Paese”.
[hidepost]Una presa di posizione significativa, quella della Serracchiani; tanto più che viene da un personaggio che fino all’ultimo era stato indicato come aspirante alla successione di Maurizio Lupi nella carica di ministro andata invece a Delrio. Ma è già chiaro che Debora Serracchiani avrà un ruolo non marginale nel ridisegnare la gestione del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, anche se non andrà a segno – come all’inizio era sembrato – lo scorporo del comparto trasportistico dal potente dicastero di viale Asia.
Ci si aspetta adesso, passata la pausa pasquale, la messa a punto del crono-programma per la riforma della 84/94. Il lavoro svolto dalla commissione di 15 “saggi” di Lupi rimane valido o finirà in qualche cassetto per ricominciare da zero? I segnali che arrivano dal governo sono vaghi. E mentre sia Assoporti che Confetra spingono perché si vada avanti sulla strada intrapresa, dalla politica molti frenano: con la giustificazione tutta “partitica” che siamo alla vigilia delle elezioni regionali e a nessuno conviene buttare all’aria situazioni di sottogoverno locale consolidate, in nome di una riforma che comunque farebbe più scontenti che soddisfatti.

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Pubblicato il
8 Aprile 2015

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