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“Corridoi” Benedetti vs Forcieri

Sui corridoi logistici, anzi doganali, abbiamo recentemente pubblicato il parere del presidente dell’Authority Forcieri e un giudizio assai diverso dello spedizioniere doganale Benedetti, che oggi torna sull’argomento rispondendo di fatto al presidente Forcieri.

LIVORNO – Quanto a Lei attribuito – scrive Giuseppe Benedetti, presidente nazionale di Assocad – si riferisce soprattutto al Porto della Spezia, dove da buon diplomatico evidenzia “l’Autorità portuale non è l’Ente cui devono essere rivolte le rivendicazioni relative al progetto IKEA” perché chiamato in causa oltre dagli operatori portuali anche dal presidente di Confindustria dottor Giorgio Bucchioni.
[hidepost]Le argomentazioni favorevoli per la concretizzazione dei “corridoi doganali” evidenziate, a mio parere senza un’attenta valutazione delle conseguenze negative sulle attività portuali in essere sono attribuite al “cambiamento dell’interscambio” ed alla necessità di non mantenere lo “status quo”.
Mi permetta egregio presidente – scrive Benedetti – di farle presente che questo “status quo” è stato da Lei difeso unitamente a tutti i presidenti delle Port Autorities italiane quando vi è stato da “combattere” per il mantenimento dell’introito dell’1% dell’IVA e fare riferimento anche a quella delle merci in transito che i corridoi doganali con lo spostamento alle Dogane di destino non permettevano piu di essere incamerate all’atto dell’importazione delle merci in arrivo nei Porti.
Mi risulta inoltre che in un recente incontro specifico con gli operatori portuali abbia modificato il Suo atteggiamento ammettendo che “lo sportello unico ed il preclearing” ampliati e potenziati possono risolvere in modo ottimale la circolazione delle merci nei porti, areoporti e valichi di confine.
Inoltre Lei riferisce che è stato attuato il “corridoio doganale” sul retroporto di Santo Stefano Magra senza che siano state sollevate contestazioni e che “allora in ambito spezzino va bene ma se esteso in altri interporti altrettanto ben organizzati non va piu bene?”
La differenza tra queste due strutture a mio avviso come lei ha motivato (“retroporto di Santo Stefano Magra, Interporti a destino”) sta nel regime doganale attribuito: il retroporto è un’area portuale sulla quale in base alle norme previste per l’AEO è possibile effettuare la visita delle merci, e questo è il caso della Spezia per ristrettezze delle aree in porto che viene effettuata dalla stessa Dogana di arrivo mentre gli Interporti di norma sono strutture specificatamente autorizzate con servizi doganali autonomi gestiti dalla stessa Dogana competente territorialmente.
Infine mi permetta di fare un ultima considerazione: in quale ruolo effettua le sue valutazioni? Da presidente dell’AP della Spezia o da membro del cda della societa UIRnet che gestisce la piattaforma informatica dei corridoi doganali?
Si dice che la societa UIRnet, per rivoluzionare in senso negativo la movimentazione in transito delle merci, abbia usufruito di un finanziamento di circa 26 milioni di euro ed è risaputo che è sempre opportuno condividere le iniziative dei piu forti.
Egregio presidente sono a sua disposizione a partecipare ad un dibattito e non solo confermerò quanto detto, ma sarò in grado di dimostrare che questa “invenzione” dei corridoi doganali non è necessaria né doganalmente che economicamente.
Questo mio intervento è da considerare un contributo a difesa di tutti gli operatori dei porti, areoporti e valichi di confine, non solo limitato al Porto della Spezia.

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Pubblicato il
22 Aprile 2015

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