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Dragaggi portuali, finalmente entro l’anno le nuove regole (anche con scarichi a mare)

Si cambia con tre regolamenti e un collegato normativo sulle casse di colmata – Profonda semplificazione sulle impermeabilizzazioni e sui criteri di gestione dei fanghi portuali – Facilitata la deperimetrazione ad aree SIR

Silvia Velo

ROMA – Direttamente impegnata nei lavori per la revisione delle normative sui dragaggi portuali, il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo ha risposto alle nostre domande.

Onorevole Velo, tutti i porti italiani stanno aspettando la nuova normativa in materia di dragaggi. A che punto siamo?
Il ministero dell’Ambiente, anche in vista della riforma del sistema portuale italiano avviata dal Governo, sta procedendo ad emanare tre regolamenti e una modifica normativa, che porteranno, in tempi brevi, a superare le difficoltà tecniche e operative che sono state riscontrate in questi anni nella realizzazione delle opere di dragaggio.
[hidepost]Di che cosa si tratta?
Per quanto riguarda i tre regolamenti, il primo tratta le modalità di dragaggio nelle aree portuali e marino-costiere che ricadono all’interno dei SIN, i Siti di Interesse Nazionale (ad esempio parte di Livorno, Piombino e Carrara). Il secondo, in attuazione dell’art. 109 del D.Lgs 152/2006, è il regolamento che disciplina la procedura per l’approvazione dei progetti di dragaggio al di fuori delle aree SIN, le modalità e i criteri per la gestione del materiale dragato, tra cui l’immersione in mare dei materiali di escavo dei fondali marini.
Quali sono gli altri provvedimenti?
Con un emendamento al Collegato Ambientale, per altro già accolto, semplifichiamo i criteri di costruzione delle casse di colmata e delle vasche di raccolta. Oggi, le casse di colmata, le vasche di raccolta o le strutture di contenimento vengono costruite, anche dove non si è in presenza di materiali pericolosi, con parametri di permeabilità pari a quelli previsti per il contenimento dei rifiuti dal Decreto legislativo 36/2003. Con questa modifica normativa tuteliamo le acque e il suolo attraverso le migliori tecnologie disponibili, tendendo conto della tipologia di materiale che si va a trattare caso per caso. Ma abbiamo fatto di più.
Ovvero?
Con un’altra modifica al Collegato Ambientale e grazie al lavoro svolto da un gruppo di lavoro istituito, presso il Ministero dell’Ambiente, a cui hanno preso parte il Ministero dei Trasporti, il Ministero della Salute, ISPRA, ISS e il CNR, sono state definite le linee guida e i valori di riferimento che consentono l’automatica deperimetrazione delle aree a mare da SIN a SIR (Siti di Interesse Regionale).
Sviluppo del sistema portuale e procedure semplificate. E l’ambiente?
È del tutto evidente che il lavoro che stiamo portando avanti al Ministero da quasi un anno ha come obiettivo la crescita del sistema portuale italiano senza intaccare minimamente la tutela e la salvaguardia del mare e dell’ambiente che rimane la priorità assoluta.
Sviluppo economico e sostenibilità ambientale non sono in antitesi. I dragaggi devono essere un asset fondamentale per lo sviluppo della blue economy, ma lo devono diventare anche dal punto di vista ambientale.
In sostanza quali benefici produrrà per i Porti italiani questo lavoro?
Avremo, finalmente, un quadro regolamentare chiaro, certezza e semplificazione delle procedure; in sintesi una normativa che affronta in maniera organica la questione dei dragaggi nelle varie tipologie dei porti italiani. In breve tempo saranno superate le difficoltà riscontrate in questi anni durante le operazioni di dragaggio e nella gestione del materiale dragato nei vari usi consentiti, che saranno casse di colmata, immersione a mare e ripascimento.
Si tratta di un percorso di riforma atteso da anni che va nella direzione della semplificazione normativa e che favorirà l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per l’esecuzione degli interventi.
E per i Porti della Toscana?
Mentre Piombino ha già effettuato importanti opere di infrastrutturazione e di dragaggio portando i fondali a -20 mt (e lo ha fatto utilizzando in via sperimentale alcune procedure inserite nei nuovi regolamenti che andremo a definire), Livorno e Carrara potranno beneficiare delle semplificazioni in via di approvazione nelle opere di dragaggio e gestione dei sedimenti, sia nell’eventuale realizzazione delle casse di colmata.
Una sfida non da poco.
Sì, e la mia sfida non si limita a perseguire la convivenza tra sviluppo e sostenibilità. Sono convinta, invece, che questo binomio possa essere la vera chiave di volta per uno sviluppo ambientalmente sostenibile, in grado di creare occupazione, favorire la crescita economica e dotare il nostro Paese di un sistema portuale in grado di competere con le maggiori realtà Europee.
Sottosegretario, che tempi abbiamo per portare a casa questa riforma?
E’ un percorso che prevede tempi diversi, trattandosi di un insieme di provvedimenti distinti, ma il traguardo che ci siamo posti è quello di concludere questo percorso di riforma entro la fine dell’anno.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
10 Ottobre 2015

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