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E’ pronto il regolamento sulle concessioni nei porti

Potrebbe entrare immediatamente in vigore entro un paio di settimane – L’innovazione della durata legata agli investimenti privati e la “contemporaneità”

Nereo Marcucci

ROMA – Il prossimo passaggio per l’attuazione delle riforma portuale passa attraverso il nuovo regolamento sulle concessioni. Tema delicatissimo, e forse anche per questo stralciato all’ultimo momento dalla prima “lenzuolata” Delrio-Madia. Ma che tornerà su un testo che sembra ormai definitivo entro la fine del mese – forse venerdì 26 febbraio, forse anche prima secondo il più recente calendario – dopo l’ok che il ministro delle finanze Padoan ha siglato la settimana scorsa con il collega Delrio.
][hidepost]Il testo definitivo del decreto non è stato ancora divulgato. Ma quello che si sa basta per definirlo del tutto innovativo. In sostanza, il focus del provvedimento – che era atteso dal 1995, quando fu varata la legge di riforma che ne preannunciava l’uscita, di fatto mai avvenuta – è nell’eliminazione della durata standard delle concessioni portuali, sostituita da criteri molto più moderni collegati all’investimento dei concessionari sulle aree. Altro elemento importante, il criterio che sulle concessioni deve diventare norma la “contemporaneità” degli interventi sulle infrastrutture e sulle sovrastrutture: nel senso che se oggi si chiede allo Stato di finanziare i lavori infrastrutturali, e poi il concessionario eventualmente interviene di sua scelta sugli arredi, con le nuove norme le scelte andranno fatte e sancite in contemporanea.
La durata delle concessioni determinata dal principale criterio degli investimenti del concessionario risponde alla logica del mercato e allo stesso tempo garantisce gli imprenditori che affrontano fortissimi investimenti sulla possibilità di vedere “riallineati” i tempi di ammortamento degli stessi. Sono stati studiati meccanismi e passaggi che dovrebbero anche evitare interventi critici dell’Unione Europea, sempre attenta a sanzionare quanto possa apparire aiuto di Stato diretto o indiretto.
Sul provvedimento l’attesa è alta perché, come sottolinea il presidente di Confetra Nereo Marcucci – l’associazione che ha seguito in diretta tutte le complesse fasi del lavoro interministeriale – apre finalmente una relazione diretta tra le norme dello Stato e le realtà del mercato, incentivando i privati a investire nella garanzia di poter ammortare i propri interventi sui porti”.
A.F.

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Pubblicato il
6 Febbraio 2016

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