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Zone franche iraniane in network con Trieste

Le sette realtà dell’Iran in stretta collaborazione con lo scalo giuliano – I dettagli

Nella foto: (da sinistra) Zeno D’Agostino e Reza Masrour, a capo della Zona Franca di Anzali, firmatario dell’accordo, in rappresentanza dell’Alto Consiglio che gestisce le sette Zone Franche del Paese.

TRIESTE – Continuano “spediti” i rapporti commerciali tra lo scalo triestino e l’Iran. Lo ha sottolineato il commissario dell’APT, Zeno D’Agostino, in occasione del convegno “Trieste, port of opportunities”, svoltosi nel capoluogo giuliano.
L’evento che ha visto la partecipazione di una nutrita delegazione iraniana, rappresentanti delle istituzioni pubbliche e aziende locali, è stato occasione per firmare un nuovo accordo tra il porto di Trieste e l’Alto Consiglio che gestisce le sette Zone Franche della Repubblica Islamica dell’Iran, dopo i primi tre accordi sottoscritti di recente con la compagnia di bandiera IRISL (Islamic Republic of Iran Shipping Lines) e la Port & Maritime Organization (ente governativo con compiti di coordinamento sulla gestione dei porti iraniani).
[hidepost]“Trieste in questo momento è il punto di riferimento in Italia per l’Iran dal punto di vista commerciale, finanziario, logistico e portuale” – ha affermato D’Agostino.
L’accordo si pone l’obiettivo di rafforzare gli scambi commerciali tra lo scalo giuliano ed i porti iraniani, grazie ai vantaggi fiscali derivanti dal regime giuridico del Porto Franco di Trieste. Fondamentali ai fini del Memorandum, saranno anche lo scambio di best practice e dati rilevanti in merito alle diverse politiche di gestione delle Free Zone nei due Paesi.
E proprio su quest’ultimo punto D’agostino ha rilevato come “la firma di oggi sancisce la volontà e la capacità del nostro porto di coinvolgere soggetti internazionali nelle attività di rilancio del Punto Franco di Trieste. Nella strategia di sviluppo delle nostre attività dei punti franchi c’è bisogno di creare una partnership internazionale con un soggetto che abbia esperienza di livello nel settore”.
“L’accordo di oggi – ha concluso D’Agostino – è il primo atto per la costituzione di un network internazionale delle Zone Franche, dove Trieste può diventare il riferimento a livello europeo”.
Unite le Associazioni di categoria che rappresentano lo scalo giuliano, nel sottolineare l’importanza delle nuove opportunità commerciali che si possono aprire per il nostro porto, grazie a questi primi accordi promossi dall’APT e dalla Regione FVG.
Per Fabrizio Zerbini, presidente dell’Associazione Nazionale Terminalisti Portuali FVG: “Grazie al lavoro portato avanti in questi mesi dalle istituzioni, in particolare dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Autorità portuale di Trieste, è stata avviata una collaborazione concreta tra lo scalo triestino e l’Iran. Ora si aprono nuove prospettive per i traffici, oltre che per i contenitori, per l’impiantistica, il Ro-Ro e il petrolio”.
Queste le parole di Stefano Visintin, presidente dell’Associazione Spedizionieri: “Confidiamo che venga riconosciuto dai partner iraniani il ruolo di Trieste quale porta d’Europa, non solo per i prodotti petroliferi, ma anche per le merci varie, sia containerizzate che alla rinfusa. Oltre all’accordo siglato oggi, ritengo di fondamentale importanza quello con l’IRISL, soprattutto perché molte delle forniture destinate al mercato persiano prevedono una resa franco fabbrica. Questo significa che è il compratore iraniano a dover scegliere il vettore e prevedibilmente preferirà la propria compagnia di bandiera a parità di condizioni economiche. Sta ora a noi offrire alla compagnia iraniana una banchina sicura ed adeguatamente attrezzata, dove possa finalmente diventare tangibile una delle peculiari convenienze del regime di porto franco, che permetterebbe alle merci provenienti dall’IRAN destinati a paesi extracomunitari e viceversa di essere liberamente sbarcate ed imbarcate”.
“I traffici e relazioni commerciali tra l’Iran e il porto di Trieste – ha affermato Pietro Busan, a capo dell’Associazione Agenti Marittimi – potranno svilupparsi solo se tutte le componenti e potenzialità portuali verranno sfruttare al massimo della capacità con il pieno supporto di una logistica integrata con connessioni snelle retroporto/banchine, garantendo aree in zone franche per la possibile manipolazione, montaggio e riassemblaggio di macchinari, strutture ed impiantistica in genere, equipment di cui l’Iran potrebbe aver bisogno in un quadro di riammodernamento dei propri impianti petrolchimici e delle proprie strutture industriali legate all’estrazione mineraria. Potremmo così recuperare quel traffico ”break-bulk” che abbiamo progressivamente perduto, attirando anche i grossi gruppi industriali della nostra regione che troverebbero finalmente in Trieste il loro sbocco naturale sul mare.

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Pubblicato il
27 Febbraio 2016

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