Simulata nel torrente Letimbro La rottura di un condotto di greggio
L’incidente a 14 chilometri dal mare con interventi immediati e risultati “soddisfacenti”

Nella foto: il capo di Gabinetto della Prefettura Marcello Urso, il comandante Vincenzo Vitale ed il vice dei VVFF Fulvio Borsano.
SAVONA – La visita del comandante del porto di Savona Vincenzo Vitale alla raffineria Sarpom (ESSO) di Trecate (Novara) nel Marzo dello scorso anno – durante cui la direzione dello stabilimento illustrò al comandante Vitale la problematica dei furti lungo i 450 km di condutture che da quell’insediamento industriale si diramano a raggiera, percorrendo pure i corsi d’acqua interni ed il mare – ha segnato il momento d’avvio della lunga preparazione congiunta di esercitazione complessa, autorizzata dalla Esso di Houston all’inizio del 2016, che si è svolta il 15 Giugno sotto il coordinamento generale della Prefettura di Savona.
[hidepost]Scenario prescelto il Torrente Letimbro, che dopo aver valicato il Colle di Cadibona – nelle alture liguri-piemontesi – sbocca nell’Alto Tirreno in pieno centro a Savona. La rottura viene simulata a 14 km dal mare, in zona Santuario sempre a Savona – in uno dei punti più impervi di attraversamento del corso d’acqua, ed è provocata da lavori di esbosco nel terreno confinante con l’argine naturale. La depressione sulla linea viene registrata dai sistemi di controllo remoti della Raffineria, vengono subito fermate le pompe che, dal deposito costiero di Quiliano, stavano spingendo per 150 km, fino a Trecate, 85.000 tonnellate di petrolio greggio appena sbarcato da una petroliera a Vado Ligure. Le condotte della Esso portano oltre al greggio prodotti finiti (gasolio e benzina); quella del greggio interessa la provincia di Savona per una profondità nell’entroterra di 40 chilometri, attraversando 9 comuni.
Tra la catena delle Istituzioni subito allertate dalla Esso, Prefettura, Vigili del Fuoco, Capitaneria, 118, Agenzia Regionale per l’Ambiente, Forestale e Forze dell’ordine tutte.
Sul greto del torrente scorre l’acqua, quindi viene stimato che il greggio fuoriuscito giungerà in costa in tre ore. La Esso spiega sul posto i mezzi della ditta che esegue le manutenzioni lungo le linee ed invia sul Letimbro – dal suo sito di stoccaggio delle attrezzature e dei mezzi di contenimento (il paese montano di Dego) – tutto il supporto logistico occorrente per sbarrare il prodotto fuoriuscito ed assorbirlo e per tamponare la falla.
La Prefettura dispone per l’attivazione di un posto di comando avanzato in zona, e quindi Vigili del Fuoco e Tecnici Esso raggiungono la località del danno, dove viene aperta una strada per operare sul greto e si interviene subito per ripristinare la falla, rimuovendo allo stesso tempo con panne assorbenti parte del greggio. Il primo punto di sbarramento viene contestualmente eseguito un chilometro a valle, nel primo sito accessibile dalla strada con le autobotti munite di aspiratore, un secondo tre chilometri più giù dove il torrente smorza la sua corsa, e prima dello sbarramento a mare viene individuato un terzo punto più ampio e praticabile, da allestire successivamente all’occorrenza a due chilometri dalla foce, ove costruire un vera diga sifonata.
La ditta locale antinquinamento di Savona, diretta dal posto di comando avanzato in mare della Guardia Costiera, esegue un doppio sbarramento di panne galleggianti alla foce del Letimbro. Un elicottero noleggiato dalla Esso fa la spola fra il punto della rottura della conduttura e la foce, per dare il riporto dello spandimento del greggio lungo il letto del Letimbro.
Alle 13.35 la Prefettura, dalla sala operativa cui hanno fatto riporto i due posti di comanda avanzato (VVFF e Guardia Costiera), validata l’attivazione di tutte le procedure e constatata l’efficacia degli sbarramenti nonché l’avvenuta riparazione della condotta mediante sistemazione fascia metallica stagna, e quindi decreta il fine esercitazione. L’emergenza è scattata alle 09.38, e dalla condotta in caso reale sarebbero fuoriusciti 130 metri cubi di petrolio greggio.
Dunque un momento intenso di cooperazione fra Istituzioni ed Industria, a prima impressione molto soddisfacente, i cui risultati saranno presto analizzati in Prefettura dagli stessi attori intervenuti. Fondamentale sarà, per la cooperazione, mantenere in addestramento tutte le forze cooperanti, specie considerando che le condotte della Esso portano oltre al greggio i prodotti finiti (gasolio e benzina, sicché più facilmente infiammabili), e che la linea del greggio (quindi la più pericolosa per l’ambiente) interessa la provincia di Savona per una profondità nell’entroterra di 40 chilometri, attraversando 9 comuni.
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