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Ma per adesso si moltiplicano solo i “tavoli”

ROMA – I primi che avevano lanciato l’allarme erano stati i pescatori, che alcune improvvide (e illegittime) prepotenze dei francesi avevano bloccato sulla base di norme già approvate oltralpe ma non da noi. Adesso che anche l’Italia ha ratificato il diktat europeo – sia esso giusto o ingiusto sarà tutto da verificare – è probabile che le polemiche riprenderanno.
[hidepost]Soltanto che, come spesso accade, fatta la legge, trovata la scappatoia. L’unico provvedimento concreto che sembra scaturire dalla decisione del consiglio dei ministri di cui sopra (pianificazione dello spazio marittimo, esame preliminare) è stato di annunciare la costituzione di due tavoli ministeriali: come si legge in coda al decreto, un tavolo interministeriale di armonizzazione e uno ministeriale (MIT) con compiti tecnici; per elaborare per ogni area marittima interessata – si legge testualmente – i piani di gestione dello spazio marittimo. Il che vuol dire, secondo i precedenti italiani, allungare il brodo dei tempi. E’ anche vero che su temi tanto complessi e delicati occorrerà riflettere, indagare, studiare: ma torna bene ricordare da parte di noi scettici la famosa boutade del divo Andreotti: se non vuoi risolvere un problema, facci sopra una commissione. Ovvero, un tavolo di lavoro.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
20 Luglio 2016

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