Assoporti e i dolori del giovane Monti

ROMA – Eppur si muove. Non sto parafrasando a vuoto l’amaro commento di Galileo dopo la famosa condanna della chiesa; sto registrando gli ultimi colpi di coda romani prima che la “livella” delle sacre ferie ferragostiane svuoti Roma e gli eccelsi loci dove quasi cent’anni fa qualcuno aveva avuto la tentazione di farvi bivaccare i propri manipoli. Tutti a casa: il che non sembra poi così negativo, se condividiamo l’aforisma di Mark Twain secondo cui ogni volta che si riuniva il parlamento (degli Usa, nel suo caso) lui andava a nascondere il portafogli.
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