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L’Iva calerà al 5% sul “corto raggio”

In una nota Confitarma e Fedarlinea sottolineano i vantaggi anche ai servizi per i passeggeri – I dubbi di Confetra

ROMA – Confitarma ha espresso apprezzamento per l’inserimento dell’art. 7bis nella Legge di Bilancio, attualmente in discussione presso la V Commissione della Camera dei Deputati, che prevede l’“assoggettamento a IVA del 5 per cento dei servizi di trasporto marittimo, lacuale, fluviale e lagunare”.
[hidepost]“Pur trattandosi di un accoglimento parziale – dice una nota – della richiesta presentata da Confitarma – richiesta che mirava a risolvere anche altre problematiche connesse alla materia – tale misura comporta un alleggerimento dei costi sostenuti dalle imprese di navigazione operanti nei collegamenti marittimi di cabotaggio nazionale minore che, a partire dal 2012, avevano subito un incremento a seguito di un adeguamento della normativa nazionale IVA al quadro comunitario in materia di navigazione in alto mare”.
In particolare, Confitarma sottolinea che tale risultato è stato ottenuto grazie alla concreta azione svolta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio e dal sottosegretario Simona Vicari la quale ha sostenuto le richieste dell’armamento, convinta che una riduzione dei costi del trasporto marittimo, oltre a consentire un recupero di competitività rispetto alle altre modalità di trasporto e la possibilità di nuovi investimenti per il rinnovo della flotta, comporterà benefici anche per l’utenza.
“Portiamo a casa un risultato importante – ha commentato anche il presidente di Fedarlinea Raffaele Aiello – non possiamo che esprimere il nostro plauso al Governo, al ministro dei Trasporti Graziano Delrio e al sottosegretario Simona Vicari per aver compreso le ragioni di un’istanza fondamentale per il cabotaggio ‘a corto raggio’, che riguarda le imprese operanti su tutte le isole del Paese, e che ci ha visti impegnati in prima linea”.
“È il passo iniziale di un percorso – ha continuato il presidente Aiello – volto a correggere alcuni errori del passato che vedevano interamente scaricato sulle spalle degli armatori un onere improprio per i servizi erogati, con una sperequazione rispetto al resto delle imprese. L’introduzione dell’aliquota, che prima non esisteva, consentirà, grazie a una pur bassa percentuale, di liberare risorse da destinare al miglioramento dei servizi per i passeggeri”.

* * *

Sul tema tuttavia Confetra-Friuli sembra prospettare ancora problemi. Ecco la sua nota.
“La Camera, con 359 voti a favore e 166 contrari, ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione dell’articolo unico del disegno di legge di conversione del D.L. 22 ottobre 2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili (C. 4110 A/R) nel nuovo testo predisposto dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall’Assemblea. L’approvazione di un emendamento che ripristina l’assolvimento dell’IVA con il sistema delle reverse-charges, ha in parte mitigato gli effetti delle pesanti modifiche che il decreto fiscale aveva apportato alla normativa sui depositi IVA, in particolare per il loro utilizzo da parte degli importatori italiani. Tuttavia il ritorno al meccanismo dell’inversione contabile è però condizionato all’emanazione da parte del Ministro dell’Economia e Finanze, di un decreto disciplinante i casi e le modalità: fino a che non sarà emanato tale decreto riteniamo che l’IVA dovrà essere comunque anticipata dal gestore del deposito in nome e per conto dell’importatore italiano.
“Permane dunque il concreto rischio che molta clientela nazionale decida di far passare le proprie merci da altri porti comunitari, dove è possibile effettuare l’importazione della merce in base ad altre procedure ed assolvere successivamente agli obblighi IVA in Italia, sempre con il sistema delle reverse charges.
“Confetra Friuli Venezia Giulia ha già avuto modo di sottolineare come questo determinerà per lo Stato italiano una riduzione dei dazi incassati su dette importazioni. Inoltre è prevedibile che le merci attualmente instradate attraverso i porti regionali verranno ampiamente dirottate sul porto di Capodistria, con una significativa perdita di traffici.
“Con tale prospettiva, Confetra Friuli Venezia Giulia desidera ringraziare il Consiglio Comunale di Trieste, che nella seduta di lunedì 21 novembre ha discusso una mozione urgente presentata in merito dal gruppo di Forza Italia, approvandola all’unanimità. Si confida che i rappresentanti regionali al Senato intendano fare proprio lo spirito di questa mozione e riescano a modificare ulteriormente il decreto fiscale, per ripristinare il regime del deposito IVA anche a favore della clientela italiana, evitando le conseguenze negative di un provvedimento che vorrebbe essere anti-elusivo, ma di fatto diventa soppressivo del regime e antieconomico”.

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Pubblicato il
26 Novembre 2016

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