Tempo per la lettura: 2 minuti

Parte il dragaggio della bocca sud tempi brevi (superata la burocrazia)

LIVORNO – E’ l’ultimo atto della gestione Gallanti, ma non è proprio normale amministrazione: è il più importante dragaggio della bocca sud del porto che viene a completare quello di pochi anni fa. E sta per cominciare, dopo la lunga – e ancora troppo lunga – premessa legata alle centinaia di documenti, autorizzazioni, controlli e permessi necessari. Il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo è giustamente orgogliosa della nuova normativa sui dragaggi, che snellisce e facilita sul piano sia tecnico che burocratico: ma il dragaggio della bocca sud del porto di Livorno è incappato nell’intermezzo, ed ha dovuto mettersi in regola sia con le vecchie che con le nuove norme. Morale: doveva cominciare a metà dicembre, comincerà (forse) a metà gennaio.
[hidepost]Però si comincia, ed è già un bel passo avanti. Saranno tolti oltre 400 mila metri cubi di fanghi e di conglomerato, ripristinando il fondale a 13 metri circa. Ma la parte più importante dell’operazione questa volta non è tanto il ripristino dei fondali – per le grandi navi portacontainers rimane ancora l’“imbuto” del Marzocco a limitarne l’accesso – quanto l’allargamento del cerchio di manovra. Con il nuovo dragaggio sarà infatti facilitata la virata in ingresso e specialmente in uscita a ridosso della diga della Vegliaia: una manovra che nel passato era costantemente a rischio, perché il raggio (specie in uscita) era strettissimo e lasciava scarsi margini.
Per l’operazione di dragaggio basteranno un paio di mesi, perché sarà utilizzata una grande draga del nord Europa che aspira, frantuma e deposita il materiale nella stiva, trasferendolo poi alla vasca di colmata con i propri mezzi. Inizialmente la gara sembrava indirizzata a creare una specie di lunga pipe-line a ridosso della diga curvilinea fino ad arrivare alla vasca di colmata, ma è stato deciso per il più veloce e meno impattante sistema della draga autopropulsa. La speranza è che si cominci presto. Perché per crescere, il porto di Livorno ha bisogno anche di una bocca sud più agibile.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
31 Dicembre 2016
Ultima modifica
1 Gennaio 2017 - ora: 20:09

Potrebbe interessarti

Antonio Fulvi

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora

Se rullano tamburi di guerra

Facciamo così: se avete voglia di ripassare con me un po’ di pillole di storia, che possono insegnarci qualcosa sull’attuale preoccupante rullo di tamburi di guerra, provo a pescare nella memoria.   Le spese per rinforzare...

Leggi ancora