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Baldissara: coordinare i porti

Costantino Baldissara

LIVORNO – Il traffico ro/ro cresce, e le prospettive per il futuro sono certamente positive: ma se gli armatori s’impegnano forte, anche i porti devono fare la loro parte. Ecco la nostra intervista a Costantino Baldissara, direttore generale del gruppo Grimaldi.

Dottor Baldissara, il bonus-traghetti finalmente approvato anche da Bruxelles è a suo parere sufficiente a incrementare il ricorso alla nave da parte dei Tir oppure occorrerebbero altri interventi? Ed eventualmente, quali in ordine di priorità? E i tempi di applicazione del bonus?

E’ sicuramente un inizio e ciò rappresenta un fattore positivo. Però i tempi della sua erogazione sono ancora abbastanza incerti e credo non imminenti.[hidepost]
Il governo continua a definire le Autostrade del mare una priorità del sistema logistico, ma sembra che i porti (o almeno, alcuni porti) non siano ancora capaci di offrire al meglio i servizi, dalle aree di sosta all’”ultimo miglio” con la rete stradale ed autostradale. La prossima nascita di un tavolo nazionale di coordinamento della portualità al MIT potrebbe risolvere o almeno aiutare a risolvere il problema?
La riforma in sé e queste iniziative dovrebbero portare ad un coordinamento tra i vari porti perché oggi le aree sono utilizzate in concorrenza tra loro all’interno del porto e tra i vari porti vicini per lo stesso settore merceologico. Occorre quindi una riorganizzazione ed una maggiore coerenza nell’indirizzo dell’utilizzo di queste aree e in tal senso le autorità di sistema e le autorità portuali in genere, in questa fase nella quale vengono inglobate in una più grande Autorità, dovrebbero dare risposta a questa esigenza.
Nello specifico del porto di Livorno, il retroporto di Guasticce può essere una soluzione alla cronica carenza di spazi per i ro/ro, insieme a un’esigenza primaria di banchine da risolvere, in attesa di liberarne e crearne con la piattaforma Europa, con una modifica del piano regolatore?
Non può essere una soluzione per i ro-ro perché i camion hanno la necessità di seguire un flusso di trasporto veloce. Le navi nell’esercizio del loro servizio, non a caso, sono quasi sempre giornaliere; non si può quindi pensare di fermare il camion in un retroporto per poi accompagnarlo in porto perché significherebbe aggiungere costi alla catena logistica che deve essere invece più competitiva. In genere i retroporti sono più utili per la distribuzione delle autovetture, questo si.
Con gli adeguati spazi e banchine, la componente dei traffici ro/ro (Autostrade del mare) a Livorno di quanto potrebbe aumentare, con i relativi riflessi sull’economia dello scalo e della città?
Noi siamo cresciuti enormemente; l’anno scorso abbiamo raddoppiato il volume dei trailer imbarcati ed abbiamo ancora margine perché ci sono nuove fette di mercato da poter attrarre come per esempio il trasporto dalla Spagna verso l’est dell’Europa e viceversa attraverso le autostrade del mare che collegano Livorno con Valencia e Barcellona. Purtroppo, è vero quanto dice, gli spazi non sono sufficienti. Se ci fossero saremmo in grado di garantire ulteriormente la crescita.
L’attenzione della Grimaldi all’ambiente è nota, sia per l’introduzione dei filtri, sia per le vernici all’opera viva e i controlli agli scarichi. Si parla molto adesso del GNL navale: è una soluzione o ci sono altre alternative più praticabili?
Non riteniamo sia una soluzione perché esistono ancora delle limitazioni, soprattutto nelle infrastrutture, ma anche nella capacità della nave di poter stoccare a bordo la quantità necessaria di carburante. Riteniamo che queste soluzioni possano essere adottate in modo poco flessibile in alcuni porti che, peraltro, dovrebbero trovarsi ad una determinata vicinanza poiché appunto, la capacità di stoccaggio a bordo è limitata. La soluzione è quindi ridurre i consumi attraverso navi sempre più efficienti e noi stiamo lavorando in questo senso. Occorrono navi più grandi e più nuove: non si possono impiegare navi che hanno 40 o 50 anni, bensì quelle di nuova generazione. Stiamo inoltre investendo moltissimo nell’utilizzo di scrubber, nell’adattamento delle pale dell’elica alle velocità utili per i viaggi che le navi svolgono al fine di poter controllare il costo del carburante, nell’utilizzo di pitture speciali che determinano un minore attrito con il mare e quindi minori consumi. Esistono varie altre opzioni per ridurre i consumi e noi, praticandole, li abbiamo sensibilmente ridotti.
Cinzia Garofoli
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Pubblicato il
28 Gennaio 2017
Ultima modifica
20 Febbraio 2017 - ora: 18:22

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