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Gli “sponsons” Concordia a Piombino

GENOVA – La notizia è che gli oltre venti, enormi “cassoni” di sostentamento del relitto della Costa Concordia, che aiutarono a rimetterlo in assetto e a rimorchiarlo alla demolizione, stanno arrivando a Piombino, all’area che la società tra il Cantiere San Giorgio del Porto e il gruppo Neri va predisponendo per le demolizioni navali, secondo le normative UE. Un’area dove sono in corso lavori da mesi, ma che sta subendo alcuni ritardi per le infinite prescrizioni della burocrazia sia nazionale che regionale. Si parla, in questi giorni, di avere tutto pronto per la fine della primavera.[hidepost]

Bocche cucite sia dalla società, sia dall’Autorità portuale di Piombino. Ma filtrano anche indiscrezioni sulla possibilità che una volta trasferiti a Piombino, su chiatte rimorchiate, i giganteschi “sponsons” (tradotto: stabilizzatori) invece di venire demoliti per il recupero del materiale ferroso, possano essere assemblati per costruire qualcosa. Che cosa? Forse è un’ipotesi di fantasia, forse no: si parla di alcune gigantesche chiatte, che potrebbero essere utili per le attività della società di demolizione, ma c’è anche chi azzarda l’ipotesi di un bacino galleggiante. Per chi? Per Piombino o per qualche altra realtà vicina? Un bacino che oggi sarebbe utile più del pane visti i ritardi della rimessa in servizio del “Mediterraneo”, il bacino galleggiante di Livorno ancora sotto sequestro – non si sa per quanto – da parte della magistratura per l’inchiesta sul sinistro della Urania.

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Pubblicato il
25 Febbraio 2017
Ultima modifica
1 Marzo 2017 - ora: 11:42

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