Il Consorzio per il Terzo Valico sotto accusa dai trasportatori
GENOVA – Nel primo porto d’Italia la vicenda del COCIV sta arrivando a livello di rissa, o quasi. Ma i riflessi del commissariamento del consorzio (Consorzio Collegamenti Integrati Veloci), attualmente sotto inchiesta giudiziaria e con un commissario – Marco Rettinghieri – nominato di recente a gestire le cose, stanno investendo anche tutto il mondo dell’autotrasporto merci, che per il COCIV lavora.
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Una dura presa di posizione di Trasportounito ha ricordato in questi giorni che i sub-contractors del COCIV non sono pagati dallo scorso settembre: e parecchie ditte di autotrasporto, già di per se deboli per la situazione nazionale, rischiano di saltare, allungando l’elenco dei fallimenti per crisi. Nella nota che riportiamo più sotto, Trasportounito sottolinea i problemi dei suoi iscritti. Ma il problema del problema rimane quello di una realizzazione, il tante volte citato “terzo valico” che nei piani dei governi italiani succedutisi negli anni è sempre stato indicato come prioritario, ma ha sempre incontrato ostacoli e freni. In questo caso l’accusa ricade sul consorzio ma anche sulle Ferrovie dello Stato. Giusto o no, il j’accuse che parte da Genova conferma ancora una volta che codice degli appalti, normative di salvaguardia sulle opere pubbliche prioritarie, adesione ai piani europei delle grandi reti TEN-T ed altro ancora, non sembrano sufficienti ad avere una rete trasportistica adeguata al ruolo che l’Italia pretende nell’Europa unita.
Ed ecco la nota di Trasportounito sul COCIV.
Le imprese di autotrasporto che lavorano come sub contractors del consorzio Cociv, sotto gestione commissariale, non ricevono il pagamento delle loro prestazioni da settembre 2016 e rischiano di saltare.
Trasportounito ha inviato una lettera al commissario del COCIV, il Consorzio di cui fanno parte Salini-Impregilo e Condotte d’Acqua, senza ricevere neppure una risposta quasi se per loro ruolo l’autotrasporto, anello debole della catena, dovesse funzionare da banca per soggetti finanziari di certo ben più potenti e dotati di risorse finanziarie neppure comparabili.
La vicenda allunga ombre allarmanti anche sulla fattibilità e sui tempi di realizzazione del Terzo valico, opera di cui il governo, anche di recente, ha confermato l’assoluta strategicità nell’ambito del cosiddetto Corridoio Europeo Reno – Alpi.
Il soggetto che realizza gli investimenti infrastrutturali ferroviari è il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che opera attraverso Rete Ferroviaria Italiana (RFI), il soggetto proponente dell’opera, e la società di ingegneria Italferr, cui spetta l’alta sorveglianza sulla realizzazione del progetto.
Il General Contractor incaricato della progettazione e costruzione del Terzo Valico è appunto il Consorzio COCIV, il quale, a seguito di una inchiesta giudiziaria in corso, è stato affidato a una gestione commissariale.
Trasportounito porterà all’attenzione diretta del governo e dei ministeri competenti due precisi interrogativi:
È mai possibile che anche quando si tratta di opere pubbliche con risorse pubbliche le imprese di autotrasporto devono fare da banca allo stato o a soggetti che dispongono di incredibili capitali finanziari?
È mai possibile che le imprese che lavorano con lo Stato, o con soggetti ai quali lo Stato ha affidato la costruzione dell’opera, sono costrette a chiudere e a fallire?
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