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Ripartire da Napoli e Salerno per rilanciare l’economia del sud

Pietro Spirito

NAPOLI – Gli occhi del governo e dell’intero sud sono puntati sulla ripresa dei porti, con Napoli in testa. Ecco l’intervista che ci ha rilasciato al forum di A.L.I.S. il presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale Pietro Spirito.

Presidente, qual è il punto della situazione dei porti del suo Sistema e quali le priorità da portare avanti per dare sviluppo?

I porti dell’Autorità di sistema del Mar Tirreno Centrale, quindi sia Napoli sia Salerno sia Castellamare di Stabia, partono da storie differenti. Napoli negli ultimi anni ha sofferto una maggiore staticità decisionale mentre Salerno ha avuto un andamento molto dinamico ed è stato capace di intercettare anche le trasformazioni che sono intervenute nel sistema dei collegamenti internazionali.

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Ovviamente l’attenzione adesso è focalizzata nel far ripartire Napoli; i dati dei primi cinque mesi 2017 sono positivi in particolare per il traffico dei container che ha una crescita dell’11%; Salerno nel frattempo continua a crescere dell’8%.  Napoli però ha bisogno di una crescita maggiore per recuperare un po’ del tempo trascorso. Ragioniamo allora sugli investimenti prioritari che devono essere realizzati. Fra questi ci sono in primis i dragaggi, che riguardano sia il porto di Napoli che di Salerno. Purtroppo persistono le difficoltà burocratiche di cui al convegno ha parlato il governatore De Luca e che fanno sembrare il tutto un percorso ad ostacoli. Faccio l’esempio di Salerno che dopo 3 anni ha finalmente ottenuto l’autorizzazione del ministero, ma con la prescrizione di rifare le analisi.  Nel caso di Napoli la scorsa settimana è stata aggiudicata la gara, ma dobbiamo aspettare 35 giorni in osservanza della clausola dello stand still (nuovo codice degli appalti-ndr) prima di firmare il contratto. Ci armeremo di pazienza e terremo conto di tutti i vincoli normativi per procedere, ovviamente, nel rispetto delle regole.

Oltre ai dragaggi fra le priorità ci sono anche i collegamenti viari e ferroviari: il porto deve essere connesso, sia quello di Napoli che quello di Salerno, quindi dobbiamo guardare alla capacità del porto di garantire quella intermodalità che è resa possibile solo con infrastrutture fondamentali che collegano il porto con la parte terrestre, sia via strada che via ferrovia.

Sul tema dei collegamenti: qual è lo stato dell’arte?

Napoli ha assolutamente bisogno di riprendere i collegamenti ferroviari con gli interporti di Nola e di Marcianise. E’ in corso una gara tra imprese ferroviarie che si concluderà a fine luglio per assegnare i collegamenti con gli interporti. Abbiamo deciso – insieme con RFI  – con cui è stato stipulato un protocollo di intesa, di non separare la gara per le manovre dalla gara per il trasporto, ma di mettere insieme manovra con la parte di trazione ferroviaria e quindi fare una gara per i collegamenti. In pratica: abbiamo messo a disposizione del mercato 5 coppie di treni a notte per 6 giorni a settimana, in modo tale che le imprese ferroviarie possano fare le loro offerte. Vincerà chi darà più capacità di collegamenti al prezzo più competitivo per il mercato, proprio per rilanciare una necessità che è quella di mettere in connessione gli interporti con il porto.

C’è un progetto per l’alta capacità che nasce da un’impresa ferroviaria con base nell’Interporto Campano di Nola: a che punto è?

Si tratta di un ragionamento che sta facendo la Interporto Servizi Cargo con RFI e che seguiamo con grande attenzione. Il progetto, che dovrebbe partire nel 2018, prevede di utilizzare la rete per l’alta velocità anche per i treni cargo, come da principio si era concepito, ciò rappresenta dunque una innovazione importante per l’Italia. E’ un servizio che ci riguarda molto anche per le opportunità di collegamento che offre verso Bari; avremo un’alta capacità che consentirà di mettere in collegamento il Tirreno con l’Adriatico: una prospettiva importante dei prossimi anni.

Nel porto di Napoli verrà realizzato anche un deposito GNL: a quando le procedure?

Il porto di Napoli rientra fra gli otto porti strategici di Italia per realizzare un deposito GNL; abbiamo preso la decisione di farlo e, per mettere il mercato nella condizione di ragionarci e non privilegiare nessuno, abbiamo deciso di indire una manifestazione di interesse entro il mese di dicembre e successivamente una gara. Questo perché vogliamo prima sentire l’opinione degli operatori in modo tale da calibrare il contenuto della gara rispetto al mercato. E’ sbagliato non confrontarsi con gli operatori, mentre è corretto tenerli su un piano di parità per metterli in condizione di essere in concorrenza e poter ottenere l’offerta migliore.

Come si può aiutare la ripresa del mercato crocieristico il cui calo è ormai noto così come la causa?

Il tema è cercare di capire cosa accadrà nei prossimi anni. Il fatto che alcune rotte importanti del Mediterraneo siano state sospese per questioni di sicurezza deve consentire alle Compagnie ed anche ai porti di ripensare strategicamente il prodotto della crociera nel Mediterraneo. Su questo tema stiamo avviando un dialogo, sicuramente complesso, che porteremo avanti con le Compagnie di Crociera.

Nel frattempo ci avviciniamo all’unione dei porti del Sistema del Mar Tirreno Centrale…

Formalmente avremo l’unione dei porti il 1° gennaio 2018; stiamo lavorando insieme al commissario Francesco Messineo, che è anche segretario generale dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale, per costruire quella cerniera che ci condurrà ad un approdo morbido. La componente decisiva per realizzare tutto questo è il rapporto con la Regione Campania, con i Comuni di Napoli e di Salerno, con la Città Metropolitana, istituzioni con le quali abbiamo un dialogo costante per mettere in sintonia i programmi di sviluppo del porto con i programmi di sviluppo del territorio. Raccordo dunque con le politiche nazionali del governo ma raccordo con le istituzioni locali.

Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
22 Luglio 2017
Ultima modifica
28 Luglio 2017 - ora: 17:20

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