Navionics è di Garmin
VIAREGGIO – Fu un’idea brillante da parte di un uomo brillante, che sul mare aveva avuto belle esperienze di vela, di navigazione e anche di tecnica: l’ingegnere navale Giuseppe Carnevali, già campione di regate, sciatore provetto, pilota d’aereo, e conosciutissimo anni fa per essere stato socio di Massimo D’Alema sullo sloop “Ikarus”, ha lasciato la sua creatura, la Navionics – carte nautiche elettroniche, applicazioni da computer per la navigazione – che è entrata nel colosso americano Garmin. Questo passaggio era stato preceduto anni fa dalla cessione sempre alla Garmin della parte hardware, con i navigatori Gps portatili “Geonav”, piccoli gioielli ancora oggi diffusissimi nella loro originale strutturazione.
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Oggi Giuseppe Carnevali vive quasi sempre negli Usa, ma il suo cuore è rimasto in Toscana, dove aveva creato il Gps per la nautica nel lontano 1984, seguito poi dalle applicazioni stradali, per la montagna (sci) e per i fiumi. Fu un precursore: e in quasi quarant’anni di attività la sua azienda è diventata leader mondiale delle carte nautiche elettroniche con base Massarosa (Lucca) e 30 milioni di fatturato nel 2016. La dimensione internazionale – anzi globalizzata – della Navionics lo confermano le sedi operative: oltre che a Massarosa Navionic ha sedi e personale negli Usa ma anche in India ed Estonia: e aziende in franchising in Australia e Gran Bretagna. Dei 30 milioni di fatturato, solo il 3% viene dall’Italia: ovvio dunque che Carnevali, oggi vigoroso settantenne, abbia deciso di riconoscere che il mondo è la vera patria della sua azienda ed abbia passato mano al colosso Garmin, con il quale del resto collaborava da anni. I suoi “Geonav”, i navigatori satellitari costruiti in Lucchesia, erano stati gli apripista.
L’ingegner Carnevali esce da Navionics e da Garmin, ma assicura il futuro della Navionics (360 dipendenti di cui oltre 100 in Italia e più che altrettanto in India) dove il suo più stretto collaboratore, Daniele Palma, rimane come amministratore delegato. Garmin da parte sua è davvero un colosso: con 332 milioni di dollari generati nel 2016 solo dal settore marino, ha avuto una crescita del 16%.Oggi le carte elettroniche Navionics sono adottate anche dal dipartimento difesa degli Usa, della Gran Bretagna e di gran parte delle marine militari del mondo. Per quella che fu un’idea innovativa di un innovatore di trent’anni, il futuro continua ad essere più che assicurato.
(Antonio Fulvi)
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