Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Trasportounito: “Si fermano i Tir non ci sono più autisti italiani”

ROMA – L’autotrasporto italiano vive un altro dei suoi tanti paradossi: non ci sono autisti per guidare i TIR. A denunciarlo è il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo, che sottolinea come, in un paese caratterizzato da altissimi tassi di disoccupazione, questo “frutto maturo di politiche sbagliate e suicide nel settore” rappresenti davvero un fatto inaccettabile.

Secondo Longo “la totale incapacità della politica, ma anche di soggetti che dovrebbero rappresentare il mondo dell’autotrasporto, di comprendere i segnali che arrivano quotidianamente dalla strada si traduce in una reazione a catena ad alto rischio: gli autisti italiani, imprigionati anche in gabbie formative e obblighi difficilmente rispettabili, abbandonano il settore che diventa preda di autisti stranieri, sempre più spesso extra-comunitari con scarsissima qualificazione. Il tutto a spese dei livelli di sicurezza sulle strade e autostrade italiane. E i pochi autisti italiani che sono ancora in servizio, hanno una età media troppo alta”.

[hidepost]

“Ora è emergenza – conclude Trasportounito – e i partiti che sono concentrati sulla loro campagna elettorale, dovrebbero avvertire la gravità dei pericoli e anche l’effetto paradosso fra i tassi di disoccupazione e l’incapacità di creare lavoro per imprese che vedono congelati nelle aree di sosta i mezzi e quindi gli investimenti che hanno attuato”.

Trasportounito chiede quindi l’adozione di due misure non prorogabili:

1) l’eliminazione del corso obbligatorio per la prima acquisizione della CQC (Carta di Qualificazione del Conducente) cui sono soggetti i conducenti dopo che hanno acquisito la patente C o CE. Resta comunque l’esame per l’ottenimento della qualificazione CQC, ma in questo modo ai nuovi conducenti si eviterebbe un costo aggiuntivo di circa 2.500 euro, che costituisce una ulteriore barriera all’accesso a questa professione;

2) l’individuazione delle imprese-scuola, imprese cioè che, sulla base di determinati requisiti, possano provvedere all’addestramento dei giovani sugli autoarticolati, ottenendo una sgravio contributivo o incentivi di tipo fiscale per ciascun conducente formato.

[/hidepost]

Pubblicato il
14 Febbraio 2018

Potrebbe interessarti

“Non solo editore”

È stato, per chi l’ha conosciuto, un maestro di vita: appassionato del mare, del bello scrivere e anche delle gioie che possono venirne. Uomo di cultura, mai ostentata ma semmai offerta con un filo di...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Nautica e navigatori al Salone di Genova

Passata la festa, diceva un vecchio proverbio un po’ blasfemo, gabbato lo Santo. Passato il Salone Nautico di Genova, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati, sono state tirate le somme: ufficialmente, la nautica italiana...

Editoriale
- ANTONIO FULVI
Leggi ancora

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio