Piombino, la grande scommessa
PIOMBINO – C’è stato, fino a ieri, un grande e sotto certi aspetti sorprendente silenzio sul porto di Piombino e le sue chances. Silenzio giustificato solo in parte dalle note difficoltà per il rilancio delle acciaierie, che coinvolge necessariamente anche tutta la logistica alle spalle del porto. Eppure basta guardare l’immagine qui sopra, con gli immensi piazzali e le banchine con fondali fino a 20 metri che sono stati realizzati per “compensazione” al famoso scippo della demolizione della Costa Concordia, per capire che c’è un tesoro in attesa di valorizzazione. E sembra che finalmente la grande scommessa stia per essere vinta. Come noto, ci sono progetti di insediamenti importanti: la General Electric per gli assemblaggi dei suoi mega-statori della Nuova Pignone da spedire in tutto il mondo ha avuto il nulla osta anche dagli organi regionali per interventi che si estendono su 200 mila metri quadri e consistono nella completa infrastrutturazione dell’area e nell’ultimazione della viabilità di accesso alla darsena Nord. Tra le opere previste c’è il completamento della viabilità di accesso alla Darsena Nord in prosecuzione della nuova strada di ingresso al porto (Stralcio SS 398 dello svincolo Gagno-Terre Rosse). La posa delle reti di distribuzione e dei servizi interni, l’allestimento della rete anti-incendio, la realizzazione delle strutture di fondazione dei manufatti principali e la sistemazione a verde della striscia di terreno che costeggia l’area di intervento. Insomma, si parte.
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L’altro grande progetto riguarda il raggruppamento d’imprese che fa capo alla holding Neri e al cantiere San Giorgio del porto, per un impianto che spazia dalla demolizione di navi obsolete, indispensabile anche per ottemperare alle direttive dell’Unione Europea, al refitting e forse anche alla costruzione di nuove navi. Si è parlato anche della costruzione di un bacino galleggiante per la quale utilizzare i grandi cassoni di sollevamento che servirono a rimettere in galleggiamento il relitto della Concordia, e che sono stati in più riprese trasportati in sito. Qualcuno poi ha anche ipotizzato di utilizzare una parte delle banchine con fondali già a 20 metri – un’eccellenza italiana tra pochi scali – per eventuali operazioni con le grandi navi fullcontainers che non entrano nei porti tirrenici e che potrebbero usare quelle banchine per operazioni di sbarco dei teu destinati a transhipment. Insomma, la grande scommessa sta per partire. E il silenzio che ancora la circonda sembra avere ormai i giorni scontati.
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