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Sensori “smart” per trasportare merci fragili, deperibili o di lusso

PISA – Medicinali che si deteriorano durante la spedizione, oggetti fragili che vengono danneggiati da shock e vibrazioni o, ancora, articoli di lusso che vengono sottratti o manomessi: sono molti i problemi che possono insorgere quando particolari beni viaggiano. Ma per trasportare in tutta sicurezza oggetti fragili, deperibili o costosi arriva eQuality4Logistics, un progetto finanziato dalla Regione Toscana che punta a trovare soluzioni ICT per il trasporto intelligente delle merci. Con un team di ingegneri e chimici che comprende i professori Donato Aquaro, Fabio Di Francesco ed Elvezia Cepolina, l’Università di Pisa è partner scientifico dell’iniziativa e affianca le tre aziende del progetto, Caen RFID Srl, Alha Servizi Srl e Omnia Service Italia Srl.

L’obiettivo finale di eQuality4Logistics – sottolinea la Regione Toscana – è quello di realizzare un servizio innovativo di monitoraggio e tracciamento delle merci durante il trasporto, sia terrestre che marittimo ma specialmente aereo. In particolare, il progetto prevede la realizzazione di sensori che, abbinati alla tecnologia RFID, consentiranno di memorizzare le informazioni relative alle merci in modo da monitorarle durante la spedizione attraverso una piattaforma software, accessibile via web da qualsiasi tipo di dispositivo.

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Nell’ambito del progetto il dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale (DICI) dell’Ateneo pisano si occuperà di validare il funzionamento dell’intera filiera della spedizione merci mentre quello di Chimica e Chimica Industriale (DCCI) svilupperà materiali innovativi per la realizzazione di etichette RFID sensorizzate in grado di intercettare le sostanze volatili liberate da merci alimentari in fase di degradazione.

“L’idea innovativa è quella di fornire, oltre ai dati quantitativi relativi alla spedizione, anche informazioni aggiuntive basate su aspetti qualitativi, relativi ad esempio allo stato e alla gestione delle merci – spiega Donato Aquaro -. Attualmente, alcuni trasportatori usano sistemi di monitoraggio, ma si tratta per lo più di soluzioni private, non standardizzate e limitate al solo vettore. Il nostro obiettivo, invece, è quello di sviluppare un sistema ad “interfacce aperte” e fortemente standardizzato che consenta l’interoperabilità ed il dialogo a tutti i partner della catena di fornitura. Solo in questo modo, infatti, sarà possibile creare una “catena di custodia” continua ed affidabile”.

Il team di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale comprende anche i professori Gabriella Caroti, Paola Forte, Maria Chiara Giorgi, Michele Lanzetta, Andrea Piemonte, Leonardo Tognotti e i dottori Andrea Rossi, Ilaria Giusti e Riccardo Cangelosi.

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Pubblicato il
14 Novembre 2018
Ultima modifica
20 Novembre 2018 - ora: 17:56

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