ROMA – Il viceministro del MIT, Edoardo Rixi, non si sta facendo mancare niente in questi ultimi giorni dell’anno. Forse anche per bilanciare gli schiaffoni che il governo ha ricevuto e riceve da Bruxelles, ha lanciato due iniziative importanti per il cluster marittimo nazionale: il Ministero del Mare, già sottolineato anche nel recente incontro di Federmanager a Livorno (applausi a scena aperta da tutta Italia: ma quanto realizzabile in tempi brevi?); e un nuovo rapporto con Assoporti, che deve studiarsi – parole dello stesso Rixi – una più chiara “mission” se intende continuare ad avere un ruolo.
*
Sul Ministero del Mare ci sarebbe poco da aggiungere. Cancellato quando si chiamava Ministero della Marina Mercantile, ha visto una specie di riffa tra altri dicasteri per accaparrarsene le funzioni. È finita che oggi se ne sono prese un ritaglio sia la Difesa che l’Agricoltura, con il nocciolo al MIT (nel frattempo semi-desertificato dai funzionari più competenti) ma anche all’Ambiente. E forse mi dimentico qualcun altro. Ha ragione Rixi quando dice che a volte per affrontare anche un problema minore ci vuole un “concerto” interministeriale che porta alla disperazione per i tempi lunghi e le montagne di scartoffie. Però c’è un però: creare un ministero nuovo, o riproporre un ministero vecchio, con questi lumi di luna e con la forbice feroce dei tagli alla struttura pubblica, è realistico? Se deve contare l’efficienza, lo è certamente. Se invece contano i balletti burocratici, le risse in parlamento, la difesa dei “poteri” acquisiti, la faccenda si fa dura.
Per leggere l'articolo effettua il Login o procedi alla Register gratuita.