L’UE sui porti altro siluro contro l’Italia
BRUXELLES – Non sembra esserci pace da parte della Unione Europea nei confronti della portualità italiana. Con il sospetto crescente che i vari interventi di controllo o addirittura “punitivi” siano legati più che altro alla volontà di difendere il quasi monopolio dei grandi e grandissimi traffici dei porti del Nord Europa contro quelli del Mediterraneo.
Sul tema è intervenuta in questi giorni anche la deputata del Pd Barbara Serracchiani, già presidente di Regione e molto addetta ai temi portuali. “Bisogna alzare il pressing politico sulla Commissione e se necessario prepararsi ad andare alla Corte di Giustizia europea per far valere le nostre ragioni ed evitare che i porti italiani subiscano un colpo pesantissimo proprio mentre si stanno rilanciando” ha dichiarato la Serracchiani, commentando la richiesta della commissaria Ue per la Concorrenza Margrethe Vestager, rivolta a Italia e Spagna, di includere i porti tra i soggetti che pagano le imposte sul reddito delle società, in quanto l’esenzione “potrebbe violare le norme Ue in materia di aiuti di Stato.
[hidepost]
Per Serracchiani “i due mesi che l’Italia ha a disposizione devono essere utilizzati tutti dal Governo, a partire da domani, per costruire una replica che chiarisca in termini definitivi che le nostre Autorità di sistema portuale non sono imprese e che finiremmo all’assurdo di un pezzo di Stato che versa tasse a se stesso. E chi avrà la responsabilità di occuparsi per il Governo di questo nodo – aggiunge – ricordi che la legge Delrio rappresenta un baluardo di fronte alla Commissione, e rinunciarvi significa accettare da subito l’impostazione pro-tassazione”.
“In Europa la lobby dei porti del Nord sa farsi valere con efficacia – ha concluso la parlamentare – e dovrà venire il momento in cui anche l’Italia imparerà a costruire strategie e tessere alleanze intorno ai suoi interessi”.
[/hidepost]