Confindustria si al tavolo della Regione

Da Confindustria Livorno-Marina di Carrara riceviamo:

Le vicende, commerciali e giudiziarie, che stanno interessando la portualità, hanno innescato una ridda di polemiche che impongono alcune riflessioni, per evitare che si confondano le conseguenze con le cause che le hanno generate, come nel caso delle concessioni. La cosa peggiore è il rischio, peraltro concreto, che le ultime controversie producano uno stallo di durata indefinita delle attività portuali sia a Livorno che a Piombino. Infatti, la circostanza che i due porti siano parte integrante dell’AdSP produce – sia nel bene che nel male – una serie di effetti domino che potrebbero mettere a rischio l’intero tessuto sociale ed economico del territorio. Ciò in quanto esiste una inseparabile connessione tra la logistica ed il sistema industriale, per cui finirebbero definitivamente congelati essenziali progetti di sviluppo sia in ambito portuale, primo fra tutti la Darsena Europa, sia in ambito industriale come quelli relativi alla siderurgia e metallurgia a Piombino o quelli energetici e infrastrutturali a Livorno. A distanza di 24 anni dall’approvazione della Legge 84/94 di Riforma portuale la parte normativa relativa alle modalità di utilizzo delle aree portuali (in concessione o con altre modalità temporanee) avrebbe dovuto essere oggetto di profonda rivisitazione. Nella precedente legislatura la difformità di visione sull’adeguamento della loro Regolazione alle dinamiche di mercato, da affidare in modo flessibile alle Autorità di sistema portuale quali responsabili dello sviluppo dei porti, ne ha impedita la revisione.  La posizione di Confindustria è da sempre ancorata al rispetto delle regole, alla libertà di mercato, per evitare abusi di posizione dominante. Tutto quanto può confliggere con questi criteri per noi è profondamento errato.

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