La raccolta dei rifiuti sul Po per combattere il “marine litter”

Lorenzo Barone

ROMA – Otto “big bags” pieni di rifiuti e circa 92 kg di plastica avviata completamente a riciclo sono il risultato della “battuta di pesca” contro il marine litter realizzata sul fiume Po per circa 4 mesi, tra luglio e novembre 2018. I rifiuti portati dal più grande fiume italiano sono stati, infatti, intercettati da barriere galleggianti prima di arrivare al mare Adriatico e avviati al riciclo grazie al progetto pilota di raccolta e recupero dei rifiuti, “Il Po d’AMare”, uno dei primi progetti al mondo di prevenzione dei rifiuti in mare, predisposto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla e Castalia e realizzato grazie al coordinamento istituzionale svolto dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e dell’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po). Per arginare il marine litter è importante agire in primo luogo sui fiumi. Intercettare i rifiuti nei corsi d’acqua infatti, è più facile ed economico, facilita il riciclo e previene l’inquinamento marino e la possibile formazione di microplastiche. I rifiuti marini provengono per circa l’80% dalla terraferma e raggiungono il mare prevalentemente attraverso i corsi d’acqua e gli scarichi urbani, mentre per il 20% derivano da attività di pesca e navigazione. Il progetto pilota, operativo dal 18 luglio al 16 novembre 2018 ha lavorato “a regime” per quasi cento giorni. Nel periodo di operatività ha raccolto circa 3 quintali di rifiuti, stipati in 8 big bags, di cui 92,6 chilogrammi, il 40%, di plastica. La frazione non plastica è costituita, per la maggior parte, da scarti vegetali e sono stati intercettati anche contenitori in vetro. La quota più rilevante in termini di peso del rifiuto plastico captato è rappresentata da PE proveniente da fusti di capacità maggiore a 25 litri, imballaggi utilizzati in ambito agricolo o industriale.

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