Il cinico e il dubbio sui dubbi
LIVORNO – Corro subito un rischio, e lo premetto: non sono ottimista sui risultati che verranno – se risultati verranno davvero – dalla prossima assemblea di Espo a Livorno. Per vari motivi, che provo a sintetizzare.
Il primo: i porti europei si riuniscono sulle politiche europee che li riguardano esattamente a pochi giorni dalle elezioni che promettono di cambiare radicalmente la governance dell’Ue. Dunque, al massimo potranno esprimere speranze, auspici, auguri. A seconda di come cambierà la composizione del governo d’Europa, cambieranno le commissioni tecniche e quindi anche la politica della logistica marittima e non. E ci vorranno mesi per capire.
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Il secondo: l’Italia ha, per tradizione consolidata, una politica portuale zoppa. Dopo la riforma del ’98 c’è stata una riformina della riforma: e da quando si è istallato il nuovo governo, si parla di una riforma della riforma che ha riformato il sistema. Solo che se ne parla, ma ancora non s’è visto niente di concreto. E si naviga a vista, sulla buona volontà degli operatori, sulle esigenze (spesso frustrate) degli armatori, su quelle (altrettanto deluse) di chi deve spedire o ricevere merci via mare. Seguo un caso di questi giorni: per spedire un container di gommini e fuoribordo usati ad Antigua, dove il console d’Italia sta organizzando una grande regata internazionale, sono state perse già due navi per i rinvii e i ritardi in dogana, causa documenti da integrare, da sostituire, da…capire.
Il terzo: è già difficile che da adunate oceaniche come quella prevista a Livorno (oltre 300 delegati, più una cornice di altre decine e forse centinaia di osservatori e tecnici) possano emergere atti concreti che impegnino concretamente i governi. A Livorno poi si rischia di arrivare ad Espo con il porto commissariato, o nel migliore dei casi con i suoi più importanti imprenditori sotto pesanti accuse. Per sintesi: vedi i due punti precedenti.
Sono un inveterato pessimista, al limite del cinismo? Mi richiamo al noto aforisma di Oscar Wilde: un cinico vede le cose come sono e non come dovrebbero essere.
Mi resta comunque la speranza di non aver capito niente e di sbagliarmi. Pronto a dichiararmi cinico pentito.
Antonio Fulvi
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