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Il futuro dei traghetti nel mare Adriatico

Nella foto: Un momento dell’incontro.

ANCONA – Da trasporto a turismo, da porto a destinazione. Sono due gli orizzonti su cui lavorare per la crescita del porto di Ancona secondo le indicazioni della ricerca “Ferry & avio: scenari, concorrenza, azioni”, realizzata da Risposte Turismo per conto dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale e presentata nell’incontro “Competitività e sostenibilità delle Autostrade del Mare nel contesto della Cooperazione macroregionale Adriatico-Ionica”, iniziativa di chiusura del progetto europeo Charge.

Gli scopi dell’analisi, illustrati da Anthony La Salandra, direttore di Risposte Turismo, sono stati quelli di comprendere le performance del porto di Ancona e di approfondire la possibile concorrenza del traffico via mare con quello via aria, aprendo la riflessione sull’area Adriatica e sulle opportunità di sviluppo del traffico dei traghetti.

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Risposte Turismo ha preso in esame i collegamenti avio e traghetti dell’area adriatica, a forte vocazione turistica, su cui si affacciano oltre 150 destinazioni, analizzando le caratteristiche di 23 porti e 13 aeroporti. Ha anche approfondito le tematiche legate ai due settori con 20 interlocutori di diverse categorie, referenti di scali portuali nazionali e internazionali interessati da traffico ferry, rappresentanti di alcune realtà aeroportuali, operatori della distribuzione, tour operator e agenti di viaggio, responsabili di compagnie aeree e di traghetti.

L’istantanea del traffico ferry e avio: Il porto di Spalato (Croazia) è leader dell’area adriatica nel traffico passeggeri su traghetto (quasi 5 milioni di passeggeri soprattutto di carattere nazionale) con Igoumenitsa (Grecia) e Zara (Croazia) a seguire (2,8 e 2,4 milioni). Bari e Ancona sono i due porti italiani più importanti per il traffico traghetti internazionale, che sfiorano entrambi 1,2 milioni di passeggeri, con Igoumenitsa e Durazzo (Albania) a seguire.

I 13 principali scali dell’Adriatico, nel 2008, registravano circa 7 milioni di passeggeri, dal 2012 hanno movimentato poco più di 5,5 milioni di persone, cifra in decremento sino al 2015 (5,1 milioni), quindi in aumento sino agli ultimi anni in cui i passeggeri movimentati sono stati quasi 6 milioni.

Il picco del traffico passeggeri del 2017 si è concentrato nei mesi estivi, in particolare a luglio ed agosto. A livello di rotte, le grandi direttrici del trasporto internazionale di passeggeri (e, quindi, di mezzi e merci) via ferry Ro-Pax sono Ancona-Spalato, Bari-Durazzo e Ancona-Igoumenitsa e infine il traffico da Venezia. Sono 14 le compagnie che nel 2018 hanno operato nell’area adriatico-ionica, 10 delle quali dedicate al trasporto tramite traghetto; le restanti 4 hanno operato con aliscafi e catamarani.

Le compagnie operanti nel porto di Ancona nel 2018 sono state sei (Anek, Superfast, Minoan Lines, Jadrolinija, Snav e Adria Ferries), riconfermate per quest’anno.

Fra le prime 10 compagnie aeree presenti in Italia, sei hanno un modello di business basato sul low-cost. Sulla base della ricerca, il “volato” nell’area adriatica ha registrato un +30% passando da 1,4 a 1,9 milioni di passeggeri in soli tre anni. Se gli aeroporti di Rimini e Ancona appartengono ad una fascia tra 300 e 400 mila passeggeri annuali, vi sono scali quali Bari, Verona, Pisa e Bologna con valori tra 3 e 8 milioni fino ad arrivare al range dei 10-22 milioni degli aeroporti di Venezia, Bergamo e Milano Malpensa (dati Enac, 2017).

Se si considerano i quattro aeroporti adriatici di Corfù, Dubrovnik, Spalato e Zara, sedi di porti terminali di regolare traffico traghetti, la media di passeggeri trasportati si attesta attorno ai 2,3 milioni, con l’aeroporto di Corfù in prima posizione con 2,9 milioni di passeggeri, seguito da Spalato (2,8 milioni), Dubrovnik (2,3 milioni) e Zara, che ha movimentato, nel 2017, 589 mila passeggeri.

Secondo i dati raccolti e elaborati da Risposte Turismo, negli ultimi dieci anni il traffico aereo di collegamento tra Italia e Croazia, Montenegro e Albania è aumentato progressivamente: sono stati 800 mila i passeggeri trasportati nel 2008 mentre nel 2017 sono stati gestiti 1,8 milioni di passeggeri.

Aereo o traghetto?

Oltre al tempo di viaggio e al prezzo del biglietto, nella scelta dell’aereo o del traghetto sono emersi, dall’analisi, elementi quali il rischio percepito, l’immagine di sé, la soddisfazione del viaggio, l’abitudine, la facilità di prenotazione, la proattività degli operatori e le esperienze e i feedback pregressi. Le variabili influiscono in modalità differenti in base agli specifici target di clientela di appartenenza.

Il porto ferry del futuro: Dall’analisi, emerge la necessità di definire nuovi obiettivi strategici per il futuro del comparto ferry, che possono interessare anche il porto di Ancona. Tra gli obiettivi, il presidio delle criticità operative riscontrate o potenzialmente riscontrabili dal turista, con l’ipotesi di sviluppare, in ottica di medio lungo termine, un piano di comunicazione e marketing strategico di area simile a quello oggi utilizzato nel mondo dell’avio o, quantomeno, a quello delle compagnie di navigazione che lavorano nella zona del mar Tirreno. Queste ultime, infatti, risultano essere molto più dinamiche rispetto a quanto avviene in Adriatico oggi. Il piano dovrebbe mirare, negli anni, a migliorare l’immagine del “viaggio in ferry”, sia nei confronti degli operatori del settore sia verso il turista. Va ribadito come l’immagine e il posizionamento nella filiera turistica e nei consumatori delle due formule di viaggio siano infatti molto diversi. Tra le raccomandazioni emerse, vi è poi quella di segmentare la domanda, puntando, come già sottolineato, ad una serie di target molto specifici verso i quali elaborare e aumentare la sofisticazione del messaggio, con comunicazioni personalizzate di proposte e prodotti ad hoc.

Si ritiene poi fondamentale lavorare per garantire adeguati standard di qualità, a cominciare dal miglioramento delle infrastrutture e dei servizi disponibili. Tra questi, la sicurezza per oggetti e beni personali nei veicoli, la gestione delle code, la digitalizzazione delle procedure, l’attenzione agli animali in viaggio. Inoltre, dovrebbero essere sostenute le attività di valorizzazione che, dall’esperienza in porto, permettano una più facile scoperta del territorio. Utile allo scopo, la presenza online di tutte le informazioni interessanti per il turista attraverso uno o più racconti di viaggio da crearsi appositamente.

I nuovi “pubblici” del traffico ferry: La ricerca ha individuato nuovi segmenti di mercato da sviluppare per il traffico traghetti rispetto a quelli più tradizionali, legati ad una differente domanda di servizi e di stili di vita:

Pet friendly – il trasporto di animali può orientare nella scelta una significativa base di domanda;

Viaggio sereno – domanda di terza età, prevalentemente di provenienza tedesca;

Apprendisti capitani – il turismo nautico è tra le modalità di fare vacanza che più dimostra di mantenere un proprio potenziale attrattivo e di crescere nei numeri;

Affordable luxury – è la frontiera di chi desidera vivere una esperienza di vacanza a cinque stelle ma non ha il budget disponibile per poter scegliere indiscriminatamente la destinazione;

Easy rider – gli appassionati delle due ruote sono tra i più evidenti esempi di chi sceglie dove andare in vacanza a partire dal mezzo con il quale vi andranno;

Last minute – per l’acquisto di viaggi e vacanze in prossimità temporale con la data di partenza.

Porto di Ancona: da trasporto a turismo, da porto a destinazione – Sulla base di queste esigenze e delle nuove possibilità di mercato, anche il porto di Ancona può orientarsi nel determinare un futuro di crescita basandosi sulle opportunità offerte da un cambio culturale.

“Si tratta di provare a sostituire due termini con altrettante parole – si legge nella ricerca di Risposte Turismo -, un salto logico nel comparto ferry già ampiamente realizzato in quello avio, un salto, un cambio di passo, che può generare importanti innovazioni e accelerazioni incidendo sulle dinamiche e sui risultati di quel comparto. La prima sostituzione da operare è quella da trasporto a turismo. Fino ad oggi, il traghetto è stato considerato esclusivamente una commodity, un servizio di base per soddisfare un’esigenza di trasferimento da un punto ad un altro, finendo con l’essere progettato e percepito come trasporto. Il secondo cambio da operare è quello da porto a destinazione.

Lo stimolo è a pensare un nodo logistico in un’ottica ancora una volta turistica integrando sempre di più il porto con la città”.

Il progetto Charge – Acronimo di “Capitalization and Harmonization of the Adriatic Region Gate of Europe”, cofinanziato dal Programma di cooperazione interregionale Italia-Croazia, il progetto Charge è stato coordinato da Ram Logistica Infrastrutture e Trasporti SpA. Fra gli obiettivi del progetto, quello di individuare soluzioni per migliorare l’efficienza e la sostenibilità ambientale dei servizi intermodali marittimi tra Italia e Croazia.

I diciotto mesi di progetto hanno visto la fitta collaborazione di alcuni tra i maggiori partner marittimi dei due Paesi coinvolti, che hanno realizzato una vasta raccolta di buone pratiche in tema di intermodalità, varie analisi congiunte dei potenziali flussi di traffico tra i porti italiani e croati insieme a sei azioni pilota a supporto della connettività intra-portuale. Tra queste, parte della progettazione del complesso sistema di intelligenza artificiale del porto di Ancona che permetterà di automatizzare il processo di autorizzazione dei veicoli che transitano nei terminal traghetti, oggetto di un innovativo accordo di cooperazione con l’Agenzia Dogane e Monopoli.

Tutte le azioni sono state fondamentali per l’elaborazione di una proposta congiunta tra Italia e Croazia che andrà a definire un set di politiche per incentivare il trasporto intermodale così come di un piano di azione transfrontaliero, il “Charge Cross Border Action Plan”, finalizzato allo sviluppo di una politica di pianificazione integrata di investimenti infrastrutturali.

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Pubblicato il
25 Settembre 2019

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