Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Al ministro l’imperativo: spendere

LIVORNO – Scriveva Oscar Wilde che un cinico è colui che vede le cose come sono e non come vorremmo che fossero. Allora saremo cinici, ma in buona compagnia: perché mentre il ministro delle Infrastrutture e Trasporti a Livorno promette quello che i conti pubblici le consentono – e non è molto rispetto alle aspettative – un’analisi di Marco Forti apparsa su Il Sole-24 Ore di una settimana fa fotografa un’Italia ferma al palo, con un PIL previsto da quarto mondo e ricette da dilettanti allo sbaraglio.

[hidepost]

Un pianto. Ma Forti, sulla base di studi ormai accreditati in tutto il mondo, sostiene che non siamo all’ultima spiaggia. “L’unico modo possibile per tornare a crescere adeguatamente – scrive – è sbloccare l’enorme ammontare di investimenti infrastrutturali già stanziati per decine di miliardi, ma fermi”. Ne hanno scritto anche altri e ci sono partiti che ne stanno facendo il cuore della campagna. Ma qui non si tratta di promettere miracoli: si tratta di rivoltare come un calzino l’orrido “codice degli appalti” e farle partire, le opere infrastrutturali necessarie. Non c’è che da scegliere e il ministro De Micheli lo sa bene. Come sa che quando la politica lo vuole, le grandi opere gli italiani sanno farle presto e bene: si veda la ricostruzione del ponte Morandi, dove il famigerato “codice” è stato mandato al diavolo.

E allora? Allora ci vuole il coraggio di innovare la burocrazia e di spendere le enormi quantità di stanziamenti che fanno ricche le banche. Troppe infrastrutture programmate, sollecitate, magari pretese dalla politica locale e in realtà superflue? Si sono perduti anni annunciando programmazioni e “ripulisti”, tavoli di concertazione e accordi Stato-Regione che non hanno funzionato: è una bestemmia, a questo punto, chiedere che le opere finanziate si possano fare anche a rischio di realizzarne alcune non proprio indispensabili? Dal nostro piccolo, bestemmiamo ma dateci il via.

Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
30 Novembre 2019

Potrebbe interessarti

“Non solo editore”

È stato, per chi l’ha conosciuto, un maestro di vita: appassionato del mare, del bello scrivere e anche delle gioie che possono venirne. Uomo di cultura, mai ostentata ma semmai offerta con un filo di...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Nautica e navigatori al Salone di Genova

Passata la festa, diceva un vecchio proverbio un po’ blasfemo, gabbato lo Santo. Passato il Salone Nautico di Genova, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati, sono state tirate le somme: ufficialmente, la nautica italiana...

Editoriale
- ANTONIO FULVI
Leggi ancora

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio