Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Apocalypse now?

LIVORNO – Per molti di noi, confinati a casa dalle stringenti disposizioni nazionali, non manca l’occasione di fare il punto riflettendo anche con un’occhiata al di là del dito che guarda la luna. Guardiamo, appunto, la luna: che è il mondo d’oggi, minacciato dai fulmini infernali del Covid-19. Le immagini, come quella qui sopra, sono più immediate delle parole. Consolazione: ormai tutti i paesi, nessuno escluso, è sotto minaccia.

Documentiamoci, dunque.

[hidepost]

A partire – toccando ferro – dalle epoche più recenti a quelle più remote. Ci dicono le organizzazioni mondiali della sanità che ogni giorno, in quella sterminata area che costituisce l’inferno del sottosviluppo, muoiono centinaia di bambini denutriti o ammalati; e centinaia di adulti si scannano tra loro, in lotte tribali di cui abbiamo solo una vaga sensazione quando allunghiamo lo sguardo alla vicina Libia.

Andiamo oltre: le guerre, che i futuristi alla Marinetti consideravano motore del futuro, “sola igiene del mondo”, anche a fermarci a quelle degli ultimi cinquant’anni che hanno coinvolto noi europei sono costate ben oltre un milione di morti tra Iraq, Ucraina, Vietnam e Corea. E non di lontane e sconosciute etnìe ma di “ragazzi come noi”- cantava Morandi – “che amano i Beatles e il rock-and-roll”. Più avanti? La seconda guerra mondiale ha fatto 54 milioni di morti tra soldati e civili. Più avanti ancora? La prima guerra mondiale ha fatto “soltanto” 16 milioni di morti. Ma le grandi epidemie del secolo precedente (vaiolo in particolare) hanno fatto anche 7 milioni di morti al giorno per mesi.

La sola “Spagnola, tra il 1918 e il 1920 provocò da 50 a 100 milioni di morti”.

Scusatemi per questo macabro richiamo alla realtà del nostro mondo. L’epidemia in atto non va sottovalutata, gli esperti dicono che le misure prese per contenerla – specie l’isolamento delle persone – sono corrette e che bisogna uniformarsi. L’apocalisse è ancora oggi lontana anche se incide profondamente con il nostro modo di vivere il quotidiano. Diceva Lorenzo dei Medici il Magnifico: Chi vuol essere lieto sia/ del doman non c’è certezza”. Come siamo cambiati da allora: tutti vogliamo oggi la certezza del nostro domani.

E allora? Allora restiamo a casa finché possiamo e se possiamo. Un vantaggio potrebbe anche venirne – mi rivolgo a voi giovani – visto che il paese invecchia troppo: se non avete niente da fare a casa, perché non mettere in cantiere un figlio o due? La Patria ve ne sarebbe grata. E magari non sarebbe nemmeno, per quel poco che ricordo, tanto spiacevole. Auguri.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
14 Marzo 2020

Potrebbe interessarti

Avanti adagio, quasi indietro

Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio