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Arriva una luce nelle tenebre: farmaco Roche contro il virus

NAPOLI – Prendiamone atto, anche se con tutte le precauzioni del caso: dall’ospedale Cotugno di Napoli arriva la notizia che un potente farmaco reumatologico (in particolare sembra quello prodotto dalla svizzera Roche) utilizzato come ultimo tentativo su ammalati di Covid-19 allo stadio terminale, avrebbe dato risultati eccellenti. Un paziente intubato, trattato con il farmaco che cura l’artrite reumaoide, ha dato tali sogni di miglioramento che è stato estubato. Il dottor Franco Buonaguro (Nomen Omen…) direttore di biologia molecolare e oncogenesi della fondazione Pascale di Napoli ha dichiarato: “Con questo farmaco possiamo ridurre gli accessi alla terapia intensiva”. Pare che anche in Cina il prodotto sia stato utilizzato con ottimi risultati.

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Da parte sua la Roche Italia ha comunicato ai propri informatori scientifici – che di questi tempi lavorano solo in remote – di aver messo a disposizione della sanità italiana tutte le dosi del medicinale in questione e di aver comunicato anche l’aumento della produzione.

Come funzionerebbe questo prodotto? Si tratta di un inibitore della interleuchina-6 che riduce la cosiddetta tempesta di citochine, una reazione immunitaria potenzialmente mortale perché colpisce proprio le vie respiratorie rendendole particolarmente aggredibili al Covid-19.

Abbiamo dunque un’arma? Piano: anche la stessa società che produce il farmaco sottolinea che si tratta al momento di esperimenti e che si è in attesa della procedure per il riconoscimento del protocollo da parte dell’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco. Il medicinale al momento può essere somministrato solo in ospedale, è costoso ma la sua reperibilità non è difficile. Secondo l’oncologo napoletano Paolo Ascierto i primi pazienti trattati con il prodotto in questione in Italia hanno confermato di trarne un significativo giovamento. “Abbiamo trattato ad oggi 21 pazienti – ha detto il dottor Ascierto – e 20 di questi sono decisamente migliorati”.

Tutto da confermare dalle autorità competenti. Ma perché no, intanto, sperare che si stia accendendo una luce nelle tenebre della pandemia?

A.F.

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Pubblicato il
14 Marzo 2020

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