Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Turismo in crisi, balneari nel dramma

MILANO – L’hanno già definito uno tsunami: e forse a qualcuno del settore non piacerà che abbiamo provato a scherzarci sopra – per alleggerire la tensione – con la vignetta qui vicina, ripresa da un quotidiano viareggino e che affronta il tema con disperata ironia. Ridere un momento invece di piangere soltanto può essere una terapia.

Passando alle cose serie, secondo i dati del Ministero il Covid-19 ha già provocato 442 mila posti perduti nel settore del turismo italiano, di cui 190 mila tra gli “indipendenti” e 232 mila tra i dipendenti delle imprese private piccole e grandi. L’Istat calcola a sua volta che nel settore del turismo e connessi si arriverà ad una perdita di almeno 500 mila posti di lavoro. E i sindacati a loro volta sono più pessimisti ancora.

[hidepost]

Il tema più dibattuto in questi giorni riguarda il turismo balneare con annesso il turismo nautico minore, che è quello delle migliaia e migliaia di barchette costiere costrette ancora non si sa fino a quando a rimanere all’ormeggio o sotto le tettoie. Per gli stabilimenti balneari ogni giorno da Pasquetta in su ha già rappresentato una perdita, perché molti bagni avevano in programma di aprire per le feste grazie anche al ritorno del bel tempo. C’è di peggio: in questo periodo dell’anno, da metà aprile in poi, gli stabilimenti balneari e i porticcioli turistici storicamente avviano i lavori di manutenzione alle strutture, in vista dell’apertura ufficiale che è quasi sempre il 1° maggio (ma spesso veniva anticipata di una settimana a seconda del meteo). La manutenzione, raccontano i gestori dei bagni, fino a due giorni fa non era ancora autorizzata, e non si è ancora capito bene se si potrà fare da oggi in poi. In ogni caso, con ritardo e con tutte le limitazioni che riguardano una stagione ancora a rischio.

[/hidepost]

Pubblicato il
15 Aprile 2020

Potrebbe interessarti

Proposta dal Bureau Veritas Italia come strumento di garanzia

“Safe container”, una certificazione

Per ridurre i costi della sinistrosità, 6 miliardi di dollari all’anno, l’attestato di sicurezza - Ogni 5 anni i controlli sui Teu dry e ogni 2,5 anni, per quelli cisterna per merci pericolose

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio