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“Alan Kurdi”: la Guardia Costiera la blocca in porto a Palermo

PALERMO – Quando le navi delle ONG che vanno a raccogliere i migranti diventano esse stesse un possibile pericolo per la salute e l’ambiente. È il caso che si è verificato quando ispettori della Guardia Costiera, specializzati in sicurezza della navigazione, hanno sottoposto la nave di una ONG denominata “Alan Kurdi”, di bandiera tedesca, ad un’ispezione volta a verificare l’ottemperanza alle norme di sicurezza della navigazione e di tutela ambientale ad esse applicabili. Come noto l’unità, ormeggiata nel porto di Palermo, è attraccata nei giorni scorsi dopo il periodo di quarantena svolto a seguito del trasferimento su nave Raffaele Rubattino dei migranti che aveva raccolto e che erano rimasti a bordo.

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L’ispezione ha evidenziato diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere non solo la sicurezza degli equipaggi ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza svolto. Sono state accertate – sottolinea una nota della Guardia Costiera – anche alcune violazioni delle normative a tutela dell’ambiente marino.

La nave sarà sottoposta a “fermo amministrativo” fino alla rettifica delle irregolarità rilevate in sede ispettiva e, per alcune di esse, sarà necessario l’intervento dello Stato di bandiera che detiene la responsabilità della conformità della nave rispetto alle convenzioni internazionali e alla legislazione nazionale applicabile in materia di sicurezza della navigazione e tutela ambientale.

Il comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ha, da tempo, avviato un dialogo con gli Stati di bandiera delle navi ONG affinché fossero identificati ed attuati i requisiti di sicurezza e protezione dell’ambiente per queste unità e per il servizio da esse espletato.

Tale attività ispettiva viene svolta nell’ambito dei consueti controlli di sicurezza e di tutela dell’ambiente marino demandati alla Guardia Costiera Italiana sulle unità navali di bandiera straniera, che arrivano nei porti nazionali, per garantire la sicurezza degli equipaggi e delle persone trasportate nonché per verificare l’ottemperanza alle norme per la prevenzione degli inquinamenti marini.​

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Analogamente a quanto accaduto per l’unità ONG “Alan kurdi”, la “nave Aita Mari” ormeggiata nel porto di Palermo, è stata sottoposta ad un’ispezione da parte di personale specializzato della Guardia Costiera, volta a verificare l’ottemperanza alle norme di sicurezza della navigazione e di tutela ambientale ad esse applicabili.

Anche in questo caso, l’ispezione ha evidenziato nell’unità navale battente bandiera spagnola diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere non solo la sicurezza degli equipaggi ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza svolto. Accertate anche alcune violazioni delle normative a tutela dell’ambiente marino.

A causa delle irregolarità riscontrate e fino alla rettifica delle stesse, l’unità sarà sottoposta a “fermo amministrativo”. Per alcune di esse, sarà necessario l’intervento dello Stato di bandiera che detiene la responsabilità della conformità della nave rispetto alle Convenzioni internazionali e alla legislazione nazionale applicabile in materia di sicurezza della navigazione e tutela ambientale.

Tale attività ispettiva viene svolta nell’ambito dei consueti controlli di sicurezza e di tutela dell’ambiente marino demandati alla Guardia Costiera Italiana sulle unità navali di bandiera straniera, che arrivano nei porti nazionali, per garantire sicurezza degli equipaggi e delle persone trasportate nonché per verificare l’ottemperanza alle norme per la prevenzione degli inquinamenti marini.

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Pubblicato il
9 Maggio 2020

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