Visita il sito web
Tempo per la lettura: < 1 minuto

Normalità in un Paese anormale

GENOVA – Un ponte è un ponte, e un viadotto è un viadotto. Ma per Genova e il suo porto, questo chilometro e sessantasette metri rappresenta un’arteria nel senso più anatomico della parola. Senza arterie, il sangue non corre e il corpo muore. E Genova ha fatto miracoli perché il suo porto non morisse, pagandone però un alto scotto. Adesso che il viadotto c’è, pronto all’uso, sarebbe criminale tardare anche solo un’altra settimana per riaprirlo. Si fa presto a sproloquiare sulla ripresa dell’economia, sui decreti di rilancio, sulla volontà di schiacciare l’acceleratore della macchina Italia.

[hidepost]

Dice un vecchio proverbio che le parole le porta via il vento (e i pisani aggiungono malignamente: …e le biciclette i livornesi!): qui si rischia davvero che arrivi quel vento di tempesta sociale che da tempo lampeggia all’orizzonte ma non è ancora esplosa. Intanto siamo diventati il paese dei decreti a raffica: alcuni utili, altri poco utili, altri ancora ridicoli o pleonastici. E allora, perché no un decreto sul collaudo veloce del ponte e al diavolo le procedure “normali” per un paese che ormai di normale non ha più niente?

Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
27 Giugno 2020

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio