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Inquinamento elettromagnetico aumentato durante il lockdown

TORINO – L’emergenza epidemiologica ha causato un lockdown nei mesi di marzo, aprile e maggio con una forte riduzione nella mobilità dei cittadini. Questa situazione ha portato ad un incremento nell’uso di strumenti di comunicazione digitale.

ARPA Piemonte ha misurato l’aumento del traffico dei sistemi di telefonia e valutato i livelli di esposizione della popolazione ai segnali elettromagnetici emessi da tali sistemi.

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L’incremento del traffico sugli impianti per telefonia mobile, dovuto ad un uso più intensivo di sistemi di comunicazione digitale e trasmissione dati nel periodo di lockdown, ha riguardato prevalentemente i sistemi 4G (tecnologia LTE) e ha dato luogo ad un aumento non significativo nei livelli medi di esposizione a campi elettromagnetici della popolazione piemontese.

Sono state attivate, già nella fase 1 del lockdown, delle campagne di misura con centraline di monitoraggio in continuo nei siti potenzialmente più critici al fine di controllare possibili sforamenti dei limiti indotti dagli incrementi di traffico. Al momento, è stato individuato un sito con il superamento del valore di attenzione di 6 V/m da validare, ai sensi della normativa, con misure in banda stretta. L’individuazione di tali possibili superamenti dei limiti dà luogo alla riduzione a conformità degli impianti interessati secondo le normative vigenti.

Il particolare, per giungere a queste valutazioni, ARPA Piemonte ha avviato un’attività di monitoraggio mediante due modalità:

• controllo da remoto delle potenze degli impianti tramite accesso ed analisi dei data base degli operatori di telefonia mobile,

• misure in campo con centraline di monitoraggio ed ulteriori approfondimenti tecnici in caso di livelli significativi di esposizione.

L’analisi delle potenze effettuata su un campione di circa 1.200 impianti (per un totale di circa 10.000 celle), ha evidenziato gli incrementi che sono riportati nella figura sottostante.

L’aumento della potenza media degli impianti è stato, nella maggior parte dei casi, contenuto entro il 50% mentre, in un numero più limitato di situazioni, si sono raggiunti incrementi più elevati.

Gli impianti interessati dall’aumento di potenza sono risultati prevalentemente quelli con sistemi di quarta generazione (4G).

Alcune aree sono state interessate da innalzamenti nella potenza degli impianti percentualmente più elevati. Si tratta, in particolare delle regioni del territorio con coperture più limitate dei segnali e, quindi, con impianti caratterizzati inizialmente da potenze più basse.

Gli incrementi di potenza rilevati sugli impianti per telefonia mobile a seguito del lockdown non hanno dato luogo ad aumenti significativi nei livelli di esposizione della popolazione. Dalla stima della percentuale di popolazione esposta in determinate classi di valori di campo elettrico sono risultati, infatti, solo minimi incrementi, pari a circa l’1%, della popolazione esposta nelle classi di valori comprese tra 0.5 V/m e 3 V/m e tra 3 V/m e 6 V/m.

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Pubblicato il
8 Luglio 2020

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