LIVORNO – Inutile piangerci sopra: meglio, parafrasando la celebre poesia di Gabriele D’Annunzio (“Settembre, andiamo, è tempo di migrare/ora in terra d’Abruzzo i miei pastori/lascian gli stazzi e vanno verso il mare”) vogliamo sperare nel settembre alle porte. Perché va preso atto che la pandemia del Covid-19 e i conseguenti sconvolgimenti della logistica mondiale hanno colpito duramente i traffici marittimi. Un po’ di più o un po’ di meno, a seconda dei rapporti e dei tempi. Così il porto di Livorno, che è storicamente uno dei primi d’Italia per i collegamenti container con il Nord America, è stato colpito più di altri che hanno visto una veloce ripresa con il Middle e Far East, sia pure con le debite eccezioni. I porti minori dell’AdSP, che si reggono in particolare sui passeggeri dei traghetti – e in parte sulle piccole crociere – sono finiti in ginocchio.
Ma se si osservano le cifre di luglio e specialmente d’agosto, il fenomeno appare sorprendente per la ripresa almeno di passeggeri: le isole toscane sono state letteralmente invase, i traghetti dell’Elba e Capraia hanno fatto gli straordinari.
Per leggere l'articolo effettua il Login o procedi alla Register gratuita.