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Per l’economia lombarda ripartenza con avvio lento

MILANO – Malgrado la totale riapertura delle aziende di Milano, Lodi, Monza e Brianza e Pavia pari al 90%, le prospettive autunnali sulla ripresa economica della Lombardia rimangono incerte, soprattutto se si dà uno sguardo al mercato del lavoro.

È quanto emerso dal Booklet Economia di Assolombarda, pubblicato su “Genio & Impresa” (genioeimpresa.it), il web magazine dell’associazione delle imprese che operano nelle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza e Pavia. Tra i mesi di aprile e giugno, in Lombardia si contano oltre 210mila assunzioni in meno rispetto al 2019. Resta inoltre molto diffuso il ricorso alla Cassa Integrazione.

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Da aprile ad agosto, le ore di CIG autorizzate in Lombardia ammontano a 490 milioni, di cui 221,7 milioni solo fra i territori di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. L’88% dei lavoratori è tornato in azienda. Di questi, il 42% lavora in sede, mentre l’altro 46% integra al lavoro in presenza quello da remoto. L’intenso ricorso allo smart working è diventata una risorsa fondamentale, tant’è che le imprese con almeno un lavoratore in remoto sono passate dal 28% pre-pandemia al 72% attuale. L’ampio utilizzo dello smart working ha avuto conseguenze anche per quanto riguarda gli spostamenti per motivi di lavoro, che, secondo le rilevazioni di Google, risultano ancora ridotti (-29%) rispetto ai primi mesi del 2020. Stando alle rilevazioni di settembre, decisamente più confortanti sono i dati relativi ai trasporti, in leggera ripresa sia per i veicoli leggeri (-12%) sia per i veicoli pesanti (-4%). Dalle prime elaborazioni, su dati provvisori, è possibile affermare che tra aprile e giugno 2020 la domanda estera delle imprese lombarde (-26,9%) è stata nel complesso più dinamica della domanda totale mondiale (-31,7%) ma più debole del “potenziale” (-22,6%), cioè la variazione della domanda calcolata nell’ipotesi di un mantenimento delle quote di export pre-pandemia. Sono invece in crescita i prestiti bancari alle imprese lombarde per aiutare nella ripresa post-Covid: a giugno 2020 si è registrato un +3,8% rispetto al 2019. Date queste analisi, risulta prevedibile che l’indice di fiducia sia ancora piuttosto basso. Rispetto a febbraio, nel Nord-Ovest c’è un divario di -9 punti percentuali per quanto riguarda il settore manifatturiero, mentre è di -5 punti percentuali quello dei servizi. Ma l’incertezza si manifesta anche tra i consumatori: la distanza rispetto a febbraio si attesta a -6 punti percentuali.

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Pubblicato il
21 Ottobre 2020

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