Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Se l’angelo custode sarà davvero un robot

LIVORNO – La tecnologia che le fonti specializzate stanno proponendo in questi tempi di incertezze e di paura del futuro, sembra volerci rassicurare. Con un ritornello: saranno i robot a salvare l’umanità.

L’affermazione è un po’ forte, anzi decisamente ridicola? Mica vero. Intanto lo sosteneva già quasi cinquant’anni fa uno dei geni della fantascienza, Isaac Asimov, che aveva inventato anche le tre leggi fondamentali della robotica: un robot non può nuocere ad un umano né consentire che sia fatto del male a un umano; un robot deve obbedire a un umano salvo non comporti un male a un altro umano; un robot deve proteggersi, salvo ciò non sia in contrasto con le due prime leggi. Poco ci manca per avere, come nel celebre disegno dell’artista giapponese Go Nagay, un robot angelo custode.

[hidepost]

*

Lasciamo le functions ed entriamo nella realtà. Nei giorni scorsi un telegiornale ha messo in onda uno sfrenato rock-and-roll ballato in perfetta sintonia da un gruppo di otto robot vagamente umanoidi (più un robot-cane). Erano il prodotto della Boston Dynamics USA, azienda che ha già pronti – tra l’altro – il robot infermiere e quello domestico. Per chi ha un minimo di conoscenze sul mondo dell’intelligenza artificiale la cosa non ha sorpreso: già oggi in alcuni ambienti di lavoro i robot, anche se non umanoidi, hanno sostituito gli umani con vantaggi reali. Anche nell’ambito della logistica avanzata, si parla di navi unmanned, di droni-taxi senza guidatore, di minatori d’acciaio e carpentieri sub, eccetera. In Nord Europa si stanno sperimentando rimorchiatori-robot, teleguidati da terra ma con un certo grado di autonomia decisionale.

*

Che ci porta a pensare tutto questo, in tempi (purtroppo perduranti) di pandemia e di crisi del lavoro? Ci dicono che il robot non ci toglierà lavoro, ma anzi ne porterà di nuovo. Ci vuole, però, formazione specializzata, perché il puro lavoro manuale ripetitivo non avrà futuro. Ecco l’esempio: il portuale fino a cinquant’anni fa scaricava ancora sulle spalle le “coffe” di carbone, mentre oggi gestisce con uno smartphone o un portatile un forklift, una gruetta, un trattore di stiva, eccetera. È il perché oggi la formazione professionale stia dilagando. Chi la considera una trappola per gonzi è invece un gonzo: purché i formatori e gli enti che si propongono non siano a loro volta acchiappa-gonzi.

[/hidepost]

Pubblicato il
9 Gennaio 2021
Ultima modifica
11 Gennaio 2021 - ora: 14:04

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio