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Corridoi sicuri per una ripresa del turismo

Gianni Rebecchi

Il presidente di Assoviaggi Confesercenti Gianni Rebecchi ci scrive, in merito alla necessità di salvare il turismo almeno in Europa:

“In attesa che possano risolversi tutte le criticità sull’efficacia della vaccinazione nel ridurre la trasmissione del virus e che la disponibilità dei vaccini raggiunga un livello di elevata sicurezza, come sottolinea l’OMS, è fondamentale aprire corridoi turistici sicuri per far ripartire, non solo a livello europeo, l’attività di incoming e outgoing turistico”.

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Non siamo affatto d’accordo con il parere contrario del Comitato di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità alla patente di viaggio dei vaccinati.

“Bisogna correre presto ai ripari, la crisi sanitaria e il lockdown hanno messo in ginocchio le imprese del settore: attivare corridoi sicuri e di libera circolazione delle persone, laddove vi siano le condizioni oggettive che lo permettono e applicando tutti i protocolli di sicurezza necessari con tamponi in partenza e al ritorno dal soggiorno, è una soluzione opportuna e necessaria e che combatte, inoltre, i furbetti delle vacanze che aggirano controlli e restrizioni in vigore”.

“Nel frattempo, occorre proseguire il dibattito sul certificato europeo di vaccinazione, come sostengono opportunamente autorevoli rappresentanti delle istituzioni dell’Unione: è una questione che va assolutamente affrontata, a livello politico e giuridico, si tratta di una decisione necessaria per programmare la ripartenza dell’intera filiera gravemente danneggiata dalla pandemia, o sarà una debacle definitiva per l’industria turistica”.

*

Il tema che lei affronta, caro presidente, è estremamente vitale: perché siamo di fronte a un settore, quello dei viaggi per turismo, che è stato praticamente asfaltato dalla pandemia e dai vari provvedimenti, tutti diversi, nei paesi, come anche il nostro, che con il turismo contribuivano in maniera importante al PIL. Il certificato europeo di vaccinazione può essere davvero una soluzione semplice e opportuna, a patto che non lo si subordini e una faticosa trafila burocratica come purtroppo si è visto spesso. Potrebbero essere gli stessi medici di famiglia a rilasciarlo, avendo meglio di qualsiasi altro pubblico funzionario il polso di ciascun paziente. Ma ovviamente tocca agli esperti decidere: possibilmente non in tempi biblici.

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Pubblicato il
23 Gennaio 2021

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