La rivista “Storia Militare”, fondata dall’ex ufficiale di marina e noto storico Erminio Bagnasco – oggi diretta Da Maurizio Brescia – ci presenta per il dossier bimestrale di maggio una “chicca” estremamente interessante per i cultori delle navi da guerra con le quali l’impero del Sol Levante cercò di conquistarsi uno “spazio al sole” come reazione, secondo gli storici, al progressivo strangolamento economico cui veniva sottoposto dalle potenze imperanti nel Pacifico, gli USA e Gran Bretagna.
Fu una guerra di poveri contro ricchi: ma di poveri che seppero fanaticamente opporre alla strapotenza economica (e presto anche navale ed aerea) degli USA, una cultura guerriera e insieme tecnologica che portò in alcuni casi una vera rivoluzione delle dottrine tradizionali dei conflitti. Furono i giapponesi a “inventare” quasi dal nulla le portaerei clonate da scafi di mercantili, o di altre unità militari ancora sullo scalo, o addirittura di transatlantici: invenzioni da poveri, ma che dettero il filo da torcere alla strapotenza americana e dei suoi alleati finché la gigantesca macchina bellica USA non riversò sul Pacifico, e infine sulle isole giapponesi, tutto il suo terrificante potenziale, con la tragica conclusione delle due bombe atomiche a Hiroshima e Nagasaki.
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